Ma che negazionisti, con Federico Cenci contro la dittatura sanitaria del governo

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Sono appunti tra distopia e realtà, come ci spiega il sottotitolo, quelli raccolti nel romanzo diaristico Berlino Est 2.0 scritto da Federico Cenci e pubblicato da Eclettica Edizioni. Traggono origine da quanto avvenuto in Italia durante il lockdown imposto dal governo per contenere il diffondersi del coronavirus la scorsa primavera. Da quel momento la “medicalizzazione dell’esistenza” ha assunto forme totalizzanti e totalitarie per cui
ogni altra esigenza della vita – economica, affettiva, culturale, spirituale, sociale – è stata accantonata senza che alcun dubbio sulle misure che si andavano assumendo per contenere il contagio potesse essere ammesso in un confronto pubblico, pena la messa al bando dal consesso sociale con l’assurda accusa di negazionismo (a cui si aggiunge oggi anche quella di riduzionismo).

Come un novello Martin Venator, invece, Federico Cenci ha saputo continuare a vedere oltre la superficie delle cose e stigmatizzarle letterariamente, con un romanzo gustoso e profondo che ricorda i samizdat della dissidenza russa. Così il racconto trasfigurato di mille scene di repressione sanitario-securitaria cui tutti abbiamo assistito quotidianamente nelle nostre città in una immaginifica Berlino Est della DDR 2.0 ci apre le porte a una riflessione che è tanto politica quanto filosofica. Ci spinge a chiederci se sarà possibile tornare indietro dopo che le misure emergenziali prese per Dpcm sono state così supinamente introiettate in ognuno di noi, da farci dimenticare che vivere a tutti i costi, può equivalere a sopravvivere a se stessi. Ci obbliga a rivendicare attivamente la nostra consapevolezza critica, la nostra dignità e le nostre libertà.

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1 commento

  1. La copertina del volume, che verosimilmente raffigura il prossimo, imminente step in termini di presidio sanitario facciale, proteggerà solo dal Covid o anche dalle zaffate di afrore mefitico emanate da questo esecutivo?

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