Siamo stati abituati in questi anni di populismo anti casta al trionfo dell’ignoranza e dell’inesperienza, ma con il Senatore del M5S Dessì siamo ormai all’ostentazione dell’analfabetismo, oltre che dinanzi al disprezzo per il lavoro e per la dignità altrui, in un momento così drammatico per il Paese, del quale ancora non conosciamo i risvolti economici e le difficoltà future.
In ordine al bonus per i professionisti ha scritto testualmente sui suoi social: “Solo oggi ho scoperto che ho fatto bene a non studiare da ragazzo. Invece di stare addosso ai libri mi sono divertito ed ho girato un po’ il mondo. Tanto mi pare di capire che sarei stato in ogni caso un morto di fame”.
Già forse per un parvenu della politica come Dessì non terminare gli studi è la norma. Peccato che a differenza degli elettori del M5S lui non stacchi una card gialla col reddito di cittadinanza ma un lauto emolumento parlamentare.
Sì, ha fatto bene a non studiare da ragazzo Dessì. Ma dovrebbe spiegarci adesso come mai, a Senato quasi chiuso, non dona tutto il suo emolumento alle categorie che ha deriso e alle persone bisognose. Tra l’altro la cultura non si può misurare con una fonte di guadagno, perché la cultura è di per sé un guadagno: chi studia non lo fa per guadagnare denaro, ma per procurarsi sapere e conoscenza.
È impossibile essere ben governati dai parlamentari del M5S. Chi non ha mai lavorato in vita sua non può comprendere i problemi degli italiani. Non conosce i drammi della fatica del lavoro.
Dimentica il Senatore che è grazie a chi ha studiato che molte malattie sono state debellate ed è grazie a loro, ai ricercatori e ai medici, che abbiamo la speranza che in tempi brevi saranno trovati un vaccino e nuove sperimentazioni farmacologiche contro il Covid-19.
Lui dà del morti di fame a chi ha studiato una vita, uomini e donne che hanno sudato sui libri e si sono formati nelle migliori università. Lui resta un morto di fama. La fama dei fannulloni profittatori.