Ottobre ha indossato il nastro rosa, in quanto il mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno. Novembre, invece, indossa i baffi con Movember, ossia un evento annuale a scopo benefico dedicato alla salute maschile. Infatti, Movember deriva dalla crasi fra la parola francese “Moustache“(baffi) e “November“. Non per nulla, gli uomini che vi aderiscono (i Mo bro) si fanno crescere i baffi per sensibilizzare sulle malattie che colpiscono l’universo maschile, prima tra tutte il carcinoma della prostata, nonché altre patologie, raccogliendo fondi.
A occuparsi dell’evento è La Movember Foundation attraverso il sito Movember.com. “Change the face of men’s health, ossia “cambiare la faccia della salute degli uomini”, è questo il motto del Movember. Gli obiettivi di questo evento sono: favorire la diagnosi precoce del cancro alla prostata, aumentare l’efficacia dei trattamenti e ridurre il numero di decessi. La fondazione Movember, oltre a consigliare un check-up annuale, invita altresì gli uomini ad indagare su possibili storie del proprio contesto familiare concernenti il cancro e a praticare uno stile di vita più sano.
A proposito di campagne di sensibilizzazione della lotta contro il carcinoma della prostata, dal 2004, in Australia e Nuova Zelanda, la Movember Foundation ha promosso eventi a sostegno non solo della lotta contro questo male ma anche contro il disturbo depressivo. Eventi che dal 2007 hanno coinvolto anche Irlanda, Canada, Repubblica Ceca, Danimarca, El Salvador, Spagna, Regno Unito, Israele, Sudafrica, Taiwan e Stati Uniti.
Dal 2012 anche la Francia aderisce all’evento, mentre il Canada è stato il Paese ad aver aderito e contribuito alla raccolta fondi Movember più di qualunque altro. Inoltre, sempre nel 2012, il Movember è stato inserito tra le 100 più importanti ONG (organizzazioni non governative) del mondo dal Global Journal.
Non solo quindi mali che colpiscono il corpo, come appunto il carcinoma alla prostata ma anche la depressione. Ebbene sì, questo male invisibile colpisce anche gli uomini che, per di più, si suicidano più delle donne. Disoccupazione, pensionamento ed essere single, ossia fattori di rischio psicosociale, rappresentano un rischio significativo per il suicidio maschile.
Tra i fattori suicidari da ricordare altresì i motivi economici. Anche in questo caso il tasso di suicidi per motivi economici è ancora più a maggioranza maschile: quasi la totalità. Tutto questo è strettamente dovuto da una questione culturale che comporta a esercitare una forte pressione sugli uomini, come l’obbligo del marito di mantenere la moglie. Aspetto questo, che, in passato, era addirittura legge.
È proprio questo retaggio culturale che fa sprofondare l’uomo in un punto di non ritorno per via del tracollo finanziario. Ebbene sì, l’ormai noto “patriarcato”, così combattuto dall’ideologia transfemminista, non semina vittime solo tra le donne ma anche tra gli uomini. E, a proposito di tabù, frutto di ideologie che degenerano nel fanatismo e della disinformazione, giusto ricordarne un altro: la violenza sugli uomini.
Gli uomini vittime di violenza, lo sono principalmente per mano di altri uomini, dall’omicidio allo stupro. Ciò non toglie che la violenza sia commessa anche da parte delle donne, come mogli e compagne, direttamente o come mandanti di reati ai danni di uomini. Basti pensare a quanto successo in Germania durante il lockdown, contando circa 2mila richieste di aiuto da parte di uomini.
Secondo Ina Scharrenbach, ministro per le Pari opportunità del Nord Reno-Westfalia, la lotta contro i maltrattamenti è una parte naturale del processo verso l’uguaglianza di genere, invitando le persone a “denunciare la violenza contro gli uomini tanto apertamente quanto quella contro le donne”. Parole che ricordano perfettamente quanto sancito nell’art 3 della Costituzione della Repubblica Italiana: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso…”. Principio che, ancora oggi, viene sostituito da consuetudini dettate da retaggi patriarcali e da ideologie corrette con le parole ma non nei fatti.