Parigi ’24: quella cerimonia che fa vergognare la Francia e l’Europa

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Pierre de Coubertin si rivolta nella tomba. La cerimonia per l’apertura di questi XXXIII giochi olimpici a Parigi è stato lo specchio di tutto ciò che nega, insulta, vilipende identità e cultura. Fa specie che i titoloni di tutti i media – veramente a reti unificate – preferiscano, nella migliore delle ipotesi, ignorare lo squallore o puntare sulle solite gaffe francesi (le due Coree confuse, incidente diplomatico non dappoco, in quel teatro geopolitico…) ma sistematicamente evitino di puntare il dito contro uno spettacolo di volgarità e propaganda.

Volgarità e propaganda cui vertice è stato toccato con l’oscena presa in giro del Cenacolo di Leonardo, interpretata da drag queen e personaggi degni di un freak show di fine Ottocento, con l’overtoniana presenza in mezzo a loro di una bambina. Con un solo colpo insultati un miliardo e seicento milioni di cristiani, novanta milioni di italiani dentro e fuori i confini, tutta quella parte d’umanità – maggioritaria – cui ripugna vedere un’innocente a cui viene dato scandalo, trascinata in mezzo a un’orda infoiata di ballerini che mostrano il loro scroto, mimano atti sessuali o inscenano segni della Croce blasfemi.

Si passa poi al Gargantua-puffo che fa l’endorsement al cannibalismo servendosi in un piatto di portata, per continuare con la presa per i fondelli di Maria Antonietta, decapitata e con la testa in mano. Un bello schiaffo in faccia alla delegazione austriaca (proteste? Non pervenute) e ai milioni di francesi che ancora hanno rispetto se non della monarchia, quantomeno della loro storia nazionale.

E ancora, drag queen come se piovesse, balletti trap (tipica “cultura europea”, no?), sculettamenti (“twerking”) a sconsacrazione d’ogni solennità che i giochi olimpici, nell’idea originaria di de Coubertin dovevano rappresentare: riallacciare i fili della rampante Europa dell’Excelsior con i suoi antenati ellenici e la classicità. L’indecente baracconata della Francia macroniana ha definitivamente reciso ogni filo coi nostri antenati, che nei loro sepolcri stanno disconoscendo un continente ormai morto.

Ma non è solo l’oscenità della coreografia a gettare disonore su quella che è stata correttamente identificata da Federico Punzi (unica voce fuori dal coro dei leccapiedi), su “Atlantico”, come la “celebrazione di un regime”, quello di Macron (e della Von der Leyen): “si è celebrata l’ideologia di fondo delle élites di un intero Continente, lontana anni luce dall’identità e dalla cultura delle nazioni di cui sono emanazione” scrive Punzi.

Una Francia ridotta a Stato di polizia, con il ritorno del green pass per limitare la libertà di spostamento dei propri sudditi. E contemporaneamente tanto più il macronismo opprime il proprio popolo, tanto meno riesce a impedire solenni figure di tolla, come il sabotaggio proprio alla vigilia dell’apertura dei Giochi di quattro reti TGV, con ottocentomila passeggeri lasciati a piedi.

Diventa così emblematica la figura di un Macron che ben riparato dalla pioggia (ma non dai fischi) sotto il palco d’onore, mentre tutte le altre rappresentanze diplomatiche finivano zuppe, compreso il nostro Presidente della Repubblica, a cui è stato dato un pezzente impermeabile di cellophane per coprirsi alla bene e meglio.

La pioggia del resto è sembrata davvero la punizione di Giove Pluvio Ottimo Massimo contro questi giochi. Ma essa oltre a rovinare gli sculettamenti di qualche drag queen, ha soprattutto messo a repentaglio le prestazioni degli atleti. Costretti a sfilare durante l’acquazzone, in una cerimonia irritualmente lontana dagli stadi – e anche in questo più simile a una sfilata del gay pride che non a un gioco olimpico – moltissimi atleti rischiano di dover affrontare le loro prove ginniche sotto antibiotico e aspirina.

Come non bastassero i letti di cartone “ecologici” (con tanto di scritta-sfottò sopra “Sognate i vostri successi di domani”) e i materassi non traspiranti, fatti di plastica riciclata, che alcune squadre hanno dovuto provvedere a sostituire a loro spese per garantire agli atleti un riposo decente. Fa specie che in una Olimpiade aperta con uno spettacolo all’insegna della sessualizzazione più oscena (anche – ribadiamo – in faccia a dei bambini), agli atleti siano stati dati letti bacchettoni, concepiti per sostenere il peso di una sola persona così da evitare amorosi consessi durante i giochi…

E intanto sui social rimbalzano i filmati delle aperture olimpiche passate: Atene, Sochi, Pechino… solenni, spettacolari, emozionanti, celebrative dell’orgoglio nazionale dei paesi ospiti. Il confronto soprattutto con la colossale cerimonia di Pechino 2008 è straziante. E vale la pena chiedersi perché nel frattempo la Cina sia diventata la prima potenza mondiale mentre in Francia non riescono nemmeno a mettere in fila i colori giusti nelle scie della loro pattuglia acrobatica per la festa del 14 luglio…

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