1893: Agesilao Greco, l’italiano che divenne “champion of the world”

0
Il "fisicaccio" di Agesilao Greco ritratto dal disegnatore del "NY illustrated news" in occasione del campionato di lotta a cavallo del 1893

Oggi iniziano le XXXIII Olimpiadi a Parigi. In un clima soffocante di politicamente corretto e di stato di polizia, i giochi aspettano il via libera fra letti di cartone per gli atleti, siparietti propagandistici e ritorno del green pass (sotto mentite spoglie) per circolare a Parigi.

Ben diverso era il clima 131 anni fa, quando il grande spadaccino italiano Agesilao Greco prende parte a una competizione di lotta a cavallo a New York. È l’America di fine Ottocento, refrattaria alle regole e agli usi europei. Noi li consideravamo poco più che ignoranti selvaggi, loro ci consideravano poco meno che damerini incipriati.

Ma anche a New York il siciliano non fa che inanellare vittorie, facendo infuriare gli organizzatori locali – che ricorrono anche a scorrettezze – e mandando in delirio gli emigranti italiani, che vedono in Agesilao Greco un simbolo di riscatto e d’orgoglio. È il loro campione. Anzi, è proclamato il “campione del mondo”. [Red.]

Torneo a cavallo di New York, Madison Square Garden. Aspettando il suo turno, Agesilao si rende conto che “invece di un torneo cavalleresco, si tratta di botte a casaccio, con inevitabile rottura di membra e di teste”. Scende nell’arena cavalcando una scomoda sella messicana. “La pugna è terribile, le armi sprizzano scintille”. Il cavallo di Agesilao s’imbizzarrisce e lo trascina a terra, il suo avversario tedesco ne approfitta per ferirlo sul sopracciglio destro. Agesilao, furibondo per la slealtà, gli si avventa contro, quello alza la mano in segno di resa.

La ferita s’infetta, ma lo spadaccino italiano macina avversari per due giorni. In finale gli tocca l’eroe di casa, Duncan Ross, “un bellissimo uomo con un corpo di Ercole, la ferocia sanguinaria di un cannibale, enormi braccia nude che sbucano dall’armatura e del whisky che gli pende dalla tracolla”.

Lo scontro è violentissimo. I duellanti finiscono a terra, si rotolano fino alle scuderie. La giuria, per evitare il verdetto, spegne le luci. Gli italiani sugli spalti accendono i fiammiferi, i giudici chiedono a Ross di dichiararsi vinto, lui ottiene invece di continuare l’indomani. Ma il giorno dopo, Agesilao si trova prima di fronte un avversario incaricato di fargli male. Non vi riesce e il prestigio di Ross e i soldi di chi ha puntato su di lui sono a rischio.

Tre ceffi propongono all’italiano di prendere il premio e dichiararsi vinto. Lui rifiuta e monta in sella, ma il suo cavallo è “ubriaco”. A furor di popolo, ne ottiene un altro e va all’attacco. Ross chiede invano un altro rinvio, poi soccombe: Agesilao è proclamato Champion of the World, gli italiani d’America sono in delirio. Il giorno seguente a Brooklyn lo sconfitto Ross sfida il campione Greco con una sciabola mortalmente pericolosa. Greco dopo aver esaminato la sciabola dice sicuro di se: “Vi invito in Europa a duellare con queste spade, la sedia elettrica non mi aggrada”.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

17 − sei =