«Mafarka le futuriste», sottotitolato «Roman Africain», è un romanzo scritto da Marinetti del 1909. Come le altre sue opere fino al 1912, fu scritta in francese, per i tipi di Sansot a Parigi, e poi tradotta in italiano da Decio Cinti per le Edizioni futuriste di “Poesia”, Milano.
Ambientato in un’Africa immaginaria, il testo narra le avventure epiche di Mafarka-el-Bar che, dopo aver trionfato sui suoi nemici in battaglia, anziché proclamarsi re degli africani si dedica alla creazione per partenogenesi di suo figlio, Gazurmah, semidio alato. L’Africa, per Marinetti, è modello di libertà coniugato ad un vitalismo istintivo. Colori e odori intensi sono ai limiti dello stordimento, trasfigurati in “cose pazzesche ed immagini poderose su quelle terre dove tutto ha il colore della fiamma e dove tutto brilla come l’oro”.
Marinetti fu accusato di oltraggio al pudore. Si avvalse di grandi avvocati per il processo, nell’ottobre del 1910, presente un folto pubblico di letterati, artisti, giornalisti, studenti e amici futuristi, tra cui Boccioni, Balla, Russolo, Carrà e Sant’Elia. Ci fu anche la perizia “tecnica” di Luigi Capuana che si espresse con toni entusiasti nei confronti dell’opera.
L’accusa di oscenità riguardava soprattutto i primi due capitoli, in particolar modo l’episodio dello “stupro delle negre” e del membro di dieci metri di Mafarka. Gli avvocati e Capuana incontrarono il plauso di gran parte del pubblico dimostrando come le immagini scabrose avessero profonde radici letterarie (la novellistica orientale, Rabelais, Aristofane ecc.) e fossero finalizzate ad esprimere la brutalità degli istinti esecrata dallo stesso Mafarka. Il processo, che fu uno dei primi happening del Futurismo, si concluse con l’assoluzione e Marinetti approfittando dell’esposizione mediatica celebrò il movimento artistico da lui fondato.
«Mafarka» fu tuttavia condannato in appello e la pena riconfermata in Cassazione con sospensione temporanea dal servizio militare di Marinetti. Dopo il 1920 un’edizione fortemente censurata di «Mafarka il futurista. Romanzo processato» fu pubblicata da Sonzogno: oltre alla dedica iniziale, assenti le scene più scabrose.