Smaila e Vianello: quando gli artisti erano politicamente scorretti

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Umberto Smaila ed Edoardo Vianello. Due grandi della cultura pop italiana intervistati da Massimiliano Beneggi sul numero di CulturaIdentità in edicola a partire da giovedì 28 novembre prossimo.

Due nomi accomunati dalla critica al politicamente corretto, alla censura, all’ipocrisia della cultura woke.

«Sono certo che il conformismo durerà poco» afferma Smaila, commentando le ultime follie del politicamente corretto e ricordando gli anni Ottanta, quando la sua carriera prendeva la volata nelle tv del Biscione per poi arrivare al piccantissimo “Colpo Grosso”: «Silvio Berlusconi non ci impose mai cosa dire e cosa non dire in TV».

«Le mie canzoni sono sul filo del rasoio tra l’essere idiote e l’essere geniali: in questo modo le rendo più importanti» spiega Edoardo Vianello, la cui celeberrima “I Watussi” ha rischiato la cancel culture per quello scorretto – oggi – “altissimi negri”: «Non fu un’offesa per nessuno all’epoca, perché dovrebbe diventare retroattiva?». Una risata seppellirà il politicamente corretto.

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