Si compone allora la squadra che dovrà partecipare all’incontro all’Idroscalo. Alcuni sanno solo quello che gli è stato detto loro. Si va a fare lo scambio: soldi per pellicola, il ricatto costruito per motivare l’appuntamento. Per il meccanico Tonino deve essere già chiaro che si tratterà di un agguato e che dovranno picchiare Pasolini, ben sapendo che si presenterà da solo all’appuntamento. Questo è un punto assai delicato di questa storia. Il furto delle pizze del film Salò è ormai risaputo. Lo hanno reso noto i guardiani di Cinecittà dove erano ricoverate. Lo sa il Produttore Aurelio Grimaldi, lo sanno quelli della troupe e del montaggio e lo sanno i collaboratori di Pasolini. E’ possibile che il regista non abbia avvertito nessuno dello strano appuntamento all’Idroscalo?. Sergio Citti, che di Salò è l’aiuto regista, ed in genere il suo più stretto collaboratore, rivelerà solo nel 2005 che l’incontro all’Idroscalo era stato fissato per riavere le pellicole trafugate e non per motivi sessuali. Lo fa poco tempo prima di morire. E’ gravemente malato, non teme più le conseguenze di certe sue esternazioni e così esce finalmente la storia del furto delle bobine che viene messo in relazione con l’omicidio. Pasolini va all’incontro per riaverle e pagare il prezzo fissato per il ricatto. Ma perché da solo? Probabilmente si fida dei suoi interlocutori. Sono tutti ragazzini: i fratelli Borsellino hanno 13 e 15 anni, Pelosi ne ha 16. Johnny Lo Zingaro ne ha 15. L’unico adulto è Antonio Pinna il meccanico che è sulla trentina, ma non figura ancora come componente effettivo della combriccola. Alla fine si può credere che si tratti di un furtarello fatto da ragazzini che lo conoscono e intendono specularci sopra. Le pizze del film verranno ritrovate pochi mesi dopo l’omicidio e nessuno darà seguito all’indagine, che si sarà pur dovuta iniziare, per individuare l’autore o gli autori del furto. Fatto sì è che intorno alla pellicola trafugata si incardina una storia al centro dell’intera vicenda e nessuno degli investigatori, percorre quella strada per far luce sulla vicenda.
Questa storia è ricchissima di particolari inquietanti, senza risposta.
Antonio Pinna è apparentemente ricco. Troppo per un semplice meccanico. Belle automobili, vita sfarzosa, e donne a profusione e droga. Persino una barca. Dicono che sia legato alla malavita romana, quella pesante, praticamente l’embrione di ciò che sarà la Banda della Magliana, stando ad una foto scattata la mattina del 2 novembre all’Idroscalo che ritrae uno dei capi storici di essa mentre con altri osserva il cadavere di Pasolini. Conduce un’esistenza ben al di sopra delle sue possibilità e deve governare una pesante situazione debitoria, non più gestibile. Dicono che abbia preso il soldi dei proventi illeciti e che dovrebbe restituirli per aver salva la vita. E’ un soggetto assai utile per completare l’”operazione”. Se si deve credere ad un collegamento dei Servizi con la malavita organizzata per delegare i lavori sporchi che fanno capo alla necessità di creare destabilizzazione sociale attraverso atti violenti e crimìnali, Pinna funziona a dovere. Conosce Pier Paolo perché ha vissuto a Monteverde Nuovo ed è stato probabilmente un ragazzo di vita che lo ha frequentato. Farà una fine sospetta. La sua Alfa, simile a quella di Pasolini verrà trovata nel parcheggio dell’Aeroporto di Fiumicino, avvalorando così la tesi che sia scappato all’estero subito dopo la notte del 2 novembre. Intanto in giro si sparge la voce che sia stato giustiziato per lo sgarbo di aver rubato ai malavitosi e che sia dentro a qualche pilone di cemento. Molti indizi portano al convincimento che sia un epilogo verosimile. Ma tutto fila liscio fino a quando non viene reso noto un verbale di contravvenzione, contestata al Pinna coi numeri di identificazione a lui riferiti, dieci anni dopo i fatti di Ostia. La notizia fa il giro delle redazioni ed il verbale viene fatto sparire immediatamente.
QUELLA NOTTE ALL’IDROSCALO…
Atto unico
personaggi
UNO ufficiale superiore dei Servizi
DUE agente dei Servizi
BIONDINO, ragazzo malavitoso
PELOSINO, ragazzo di vita
BRACIOLA, ragazzo di vita
TONINO, meccanico
14 settembre 1975
Roma. Officina meccanica di Tonino, alla Magliana
Sul fondo la foto dell’entrata dell’officina. Si riaccendono le luci. La musica cessa. A colloquio, DUE, Tonino e Biondino.
DUE: Era proprio necessario mettere in mezzo questo “ Braciola”?
BIONDINO: Ce conveniva, perché lui, er frocio, lo conosce mejo de Pelosino. Stamo a aspettà la risposta e poi fissamo l’appuntamento all’Idroscalo.
TONINO: Ma ce viene?
DUE: Ci viene. Ci viene. I pezzi mancanti gli interessano troppo. Non ce la fa a montare il film con gli scarti delle riprese.
BIONDINO: Lui ( indicando Tonino), che deve fa’?
TONINO: Devo sta’ ‘n campana ai stronzetti come te…
BIONDINO: Io nun me movo si nun so quello che devo fa …e co’ chi.
DUE: Ci serve una seconda macchina. Uguale a quella del regista.
BIONDINO: Lui ce l’ha?
TONINO: Ma n’ t’hanno ‘nsegnato che te devi fa’ li cazzi tua?
BIONDINO: So’ li cazzi mia. Nun m’avete detto tutto. E n’ho capito che je dovete fa’ ar frocio.
DUE: Sei pagato per portarlo all’Idroscalo. E basta.
BIONDINO: Perché all’Idroscalo? Ce so’ un botto de baracche e pure n’ sacco de gente. Ce so stato du giorni fa. C’è pure un campetto de carcio. N’c’era ‘n posto più niscosto pe’ fa’ sto scambio?
TONINO: Pe menaje, va bene qualunque posto.
BIONDINO: Menaje..?
DUE: Tonino!
TONINO: Che te pensavi, che facevamo ‘na festa.?
BIONDINO: Tacci vostra. Allora 10 sacchi nun basteno più.
DUE: Il tuo compito finisce quando ce lo porti all’Idroscalo e gli consegni le pizze dietro i soldi pattuiti. Poi te ne puoi andare tranquillamente. Quello che succede dopo non ti riguarda.
TONINO: Er pischello è delicato de stommaco…
BIONDINO: ( a Tonino e gli va addosso per picchiarlo) A, stronzo! Ma tu lo sai co’ chi stai a parla’? Io te rompo er culo e poi te piscio addosso…
DUE: ( dividendoli ) State buoni.
BIONDINO: Leveme ‘sto stronzo de torno. A me nun me ne frega de quello che je fate. Ma si me mettete ‘n mezzo vojo sape’ tutto. Quello è famoso. T’’o mmagini er casino che succede dopo? Amo fatto telefonate. Amo lasciato tracce. Ce mettono cazzi a risali’ a noi.
DUE: Agli altri due, semmai. Tu non figuri mai.
BIONDINO: Quelli so’ amici mia. Fanno presto a fa’ er collegamento. Certe notizie, ‘n borgata, voleno. Me dovete avverti’. Solo 10 sacchi, so’ pochi.
TONINO: Nun fa’ l’ingordo, pise’…
DUE: Biondino, i patti vanno rispettati. O così o niente. Fai in tempo a ritirarti.
BIONDINO: Quali patti? Mica m’avete detto quello che volete fa’.
DUE: Non ti riguarda
BIONDINO: Che ce fate co’ n’artra maghina uguale?
DUE: Non ti riguarda, Biondino. Tu devi solo fare lo scambio. Ti prendi i sordi del riscatto e te ne vai.
BIONDINO: Come?
DUE: Che vuol dire?
BIONDINO: Come me ne vado? Dall’Idroscalo al Tiburtino ce stanno ’n botto de kilometri.
DUE: Ti arrangi.
BIONDINO: A quell’ora?
DUE: A quell’ora.
BIONDINO: Nun me piace ‘sta storia e nun me piacete manco voi due.
TONINO: Peccato, me volevo sposa’…
BIONDINO: ( rivolto a DUE) Io mica ve capisco. Sete tanto ntelliggenti, capite tutto, sapete ogni cosa e poi ve servite de ‘n farlocco, come questo ( indicando Tonino)?
TONINO: ( rispondendo) ‘Nfatti. M’ ‘o domannavo pure io appena sei entrato.
DUE: Tranquilli. Non è il momento di litigare. Ognuno deve fare la parte sua. E’ stabilito ogni dettaglio. Se fate come vi si dice, la vostra vita cambierà e saremo tutti contenti. ( Guardandogli la mano) che bell’anello, Biondino…
BIONDINO: Te piace?
DUE: Molto. Me lo fai vedere?
BIONDINO: E’ dell’Esercito Americano. ( se lo sfila dal dito e glielo porge)
DUE: Bello. Se te lo chiedo me lo presti?
BIONDINO: Basta che m’ ‘o ridai…
Musica. Buio. Il proiettore illumina una scritta
15 settembre 1975
Retro di un bar in via Tiburtina
La musica smette. Le luci si riaccendono. In scena: Due, Braciola, Pelosino e Biondino. Sullo sfondo l’immagine di un bar a via Tiburtina. Sempre un tavolino e due sedie. Due e Biondino seduti, gli altri in piedi.
DUE: Allora, dobbiamo stabilire i compiti precisamente… Le pizze, ce l’hanno Braciola e suo fratello…
BRACIOLA: Oh, io n’ c’ ho ‘n cazzo…
DUE: Questo è quello che sa il regista, abbiamo detto. Dove sta tuo fratello?
BRACIOLA: Sta a letto co’ ‘n po de febbre, ma s’aripija
PELOSINO: Senti, a coso… come te chiami?
DUE: Non mi chiamo. Niente nomi.
PELOSINO: Vabbè, a coso…quanno je devo telefona’?
DUE: Adesso
PELOSINO: E che je dico?
DUE: Gli dai appuntamento sabato prossimo, giorno per fare lo scambio. Che portasse i soldi.
PELOSINO: Sabato prossimo è 12…
BIONDINO: 11. 11 ottobre.
BRACIOLA: Sì, è 11. Er compleanno de mi padre…
DUE: Dai, fammi sentire che gli dici.
PELOSINO: ( ripetendo) “ hanno telefonato. So’ pronti a fa’ lo scambio. ‘e pizze ‘e danno ai Braciola all’Idroscalo, davanti er campetto de carcio. Porta i sordi e te piji i pezzi der firme che te mancheno.”
DUE: Dove glielo dai l’appuntamento?
PELOSINO: All’Idroscalo, no?
DUE: No. Vi devono vedere tutti. Deve sembrare una marchetta.
PELOSINO: Allora a p.zza Esedra. Alle ghieci e mezzo -undici de sera, c’è ‘na caciara de gente…
DUE: Va bene.
BIONDINO: E io?
DUE: Tu vai con lui. Tanto il regista non ti conosce.
PELOSINO: ( al Biondino) Così pare che quello che ha organizzato er furto, sei te…
BIONDINO: ( titubante ) Vabbè. Poi vedemo…
BRACIOLA: ‘Nvece io e mi fratello?
DUE: Voi andate direttamente all’Idroscalo, vi mettete dietro il campetto di calcio e aspettate loro ( rivolto a Pelosino e Biondino) che arriveranno a mezzanotte.
BRACIOLA: Come c’arivamo a Fiumicino pe’ mezzanotte?
DUE: Cazzi vostri
BIONDINO: E rubete ‘na moto, no?
BRACIOLA: ( titubante ) Pure?
BIONDINO: Aoh, questo è ‘na guardia. N’hai capito?
BRACIOLA: Potemo fa’ come ce pare?
PELOSINO: A, Bracio’, n’hai sentito? Cazzi vostra.
DUE: Dovete percorrere la via Ostiense, però. E’ fondamentale.
PELOSINO: Guida lui. Mica lo potemo obbliga’…
BRACIOLA: State manzi. Fa sempre l’Ostiense per anna’ all’Idroscalo.
BIONDINO: Allora famo così. ( A Pelosino) All’appuntamento ce vai te da solo e je dici che dovete pijamme pe’ strada e me faccio trova’ a Via Ostiense, ai Mercati Generali.
BRACIOLA: C’è ‘n ristorante lì de fronte. Lui ce va sempre. Me c’ha portato ‘n zacco de vorte…
DUE: Fate come volete, basta che rispettiate il piano. Prima di Ponte Marconi vi si accoderà un’Alfa GT quasi uguale a quella del regista. Lui non se ne deve accorgere, ma vi seguirà fino all’Idroscalo.
BIONDINO: …Quella der meccanico alla Magliana…
DUE: Appunto. Tutti insieme arriverete al campetto di calcio. Noi nel frattempo, diamo le pizze del film ai fratelli. Fate lo scambio. Prendete i soldi e ve ne andate. Fine.
BIONDINO: Er meccanico?
DUE: Non è cosa che ti riguarda. Tu devi pensare solo a loro.
BIONDINO: Ah, nun je dovemo mena’..? Ar frocio, dico… Perché l’artro giorno…
DUE: Non si mena nessuno.
BRACIOLA: Che meni? Er frocio è forte. Si te pija, te spacca
DUE: Io me ne vado. Mi tengo in contatto con il Biondino. ( A Pelosino) Fai la telefonata. Braciola, è capace che il regista chiami te, subito dopo. Reggi il gioco. Mi raccomando
BRACIOLA: E si me vole vede’?
DUE: Ci vai. E devi essere convincente. Guardate, tutti, che quello non è stupido. Deve capire che va a fare uno scambio.
BIONDINO: N’è che ce poi allunga’ ‘n par de pijotte? Pe le spese…
Due tira fuori dalla tasca trecentomila lire, le mette sul tavolo e se ne va. I tre restano soli.
BRACIOLA: Pe’ i sordi, come famo, Bio’?
PELOSINO: Dividemose quarcosa. Io sto ‘n bianco arovinato…
BRACIOLA: Te..? A Bio’ quarcosa ce serve.
BIONDINO: Si te do du’ spicci, ce vai subbito a pija’ la robba e oggi pomeriggio ristai accannato n’artra vorta.
BRACIOLA: Senza ‘n cazzo, divento scemo. C’ o sai…
PELOSINO: Caccia du’ spicci, a Bio’. ‘N finale pe’ ogni lavoro, ce vo’ n anticipo…
Il Biondino, dopo una piccola pausa di riflessione, mette sul tavolo due banconote da cinquantamila, prendendole da quelle appena consegnate
BIONDINO: Fateveli basta’
Buio. Musica. Sullo sfondo compare una scritta