Profanato il sacrario di Monte Manfrei. Berrino: “agghiacciante”

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Foto cortesia di Andrea Lombardi

Il sacrario ai caduti della Repubblica Sociale sul monte Manfrei, in Liguria, è stato profanato l’11 settembre scorso con scritte e atti vandalici. Imbrattate le tombe dei caduti – compresa quella di Giuseppina Ghersi, ragazza tredicenne violentata e uccisa dai partigiani – e profanato l’altare col Crocefisso della cappella. Il sacrario è privato.

“Non c’è peggiore ignominia del vilipendio nei confronti dei defunti. È per questo che lasciano ogni volta sgomenti gli assalti comunisti al sacrario sul Monte Manfrei, in Liguria. –  Lo dichiara in una nota il senatore ligure di Fratelli d’Italia Gianni Berrino. – Vedere le targhe e le lapidi imbrattate con falci e martello, simboli dell’anarchia e scritte ‘Genova vi odia’ è davvero agghiacciante. I vigliacchi che due notti fa si sono introdotti nel sacrario non hanno risparmiato nemmeno la tomba di Giuseppina Ghersi, violentata e uccisa a tredici anni dai partigiani dopo il 25 aprile. Chi non ha il cuore imbevuto di rancore riconosce un senso di rispetto nei confronti dei morti, di qualunque parte politica siano”.

Il sacrario di Monte Manfrei ricorda i marò della Divisione San Marco, dell’Esercito nazionale repubblicano, e i civili morti durante la guerra civile alla fine della Seconda guerra mondiale oppure uccisi dai partigiani a guerra finita. Fra costoro è ricordata anche la Ghersi, la cui tristissima vicenda è al centro di polemiche anche per il tentativo negazionista che da anni vede associazioni e intellettuali filo-partigiani tentare di minimizzare il suo caso.

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