Il candidato alla presidenza scende in campo dopo i disastri della sinistra
Negli ultimi quindici anni in Puglia ha governato il centrosinistra; il 20 e il 21 settembre, il centrodestra si presenta unito e coeso intorno all’ultimo presidente espressione del centrodestra: Raffaele Fitto, al comando dal 2000 al 2005, oggi esponente di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.
Dopo 15 anni che Puglia ritrova e quale sarà il suo primo impegno?
Il mio primo impegno sarà riorganizzare la macchina della Regione, devastata negli ultimi anni. L’obiettivo è avere una “macchina” che funziona perfettamente in tutte le sue parti interne, solo allora si è certi di poter andare lontano. Lontano da tutti i disastri provocati.
Hanno ingannato i pugliesi promettendo una “Puglia migliore” a cominciare dalla sanità. Le do solo un dato: la sanità che hanno offerto è stata così “migliore” che la Regione Puglia solo nel 2019 ha dovuto pagare 206 milioni di euro per mobilità passiva ad altre Regioni per prestazioni sanitarie, vale a dire pugliesi che sono andati a curarsi fuori. Gli altri settori sono andati peggio: il ciclo dei rifiuti è fermo a 15 anni fa, non è stato realizzato alcun impianto, né in questa legislatura è stato approvato un Piano che mettesse ordine facendo pagare meno tasse ai pugliesi che pagano per i rifiuti il doppio rispetto al Trentino. Ma in Puglia, in genere, si pagano le tasse più alte d’Italia, dal 2007 oltre 300 milioni l’anno. Un capitolo a parte meriterebbe l’agricoltura: la tragedia della Xylella, ormai alle porte di Bari, è una calamità dovuta sì a un virus, ma soprattutto all’inerzia e alla irresponsabilità di chi ha governato la Regione. Se gli ulivi fossero stati eradicati subito avremmo salvato un paesaggio unico e straordinario oltre che 20 milioni di piante, che hanno prodotto ai loro proprietari danni per circa due miliardi.
Che idee ha per il rilancio culturale della regione?
Una su tutte: non far lavorare sempre gli stessi. La cultura merita un’attenzione a 360 gradi soprattutto che non abbia solo uno sguardo rivolto a sinistra, come se a destra non ci fossero operatori culturali degni di ricevere le stesse attenzioni.
Da europarlamentare ha qualcosa da rimproverare a chi ha governato in questi quindici anni?
Il mancato utilizzo dei fondi europei in modo particolare nell’agricoltura (PSR) dove la Puglia risulta, ormai per il secondo anno consecutivo, ultima in Italia per avanzamento della spesa per colpa di politiche agricole regionali inadeguate, anzi peggio sbagliate: bandi con criteri errati che hanno prodotto un’infinita serie di ricorsi al Tar che gli agricoltori stanno vincendo e decretano l’annullamento delle graduatorie stilate dalla Regione. Milioni persi che Bruxelles si riprende per darli alle regioni virtuose. La musica non cambia se guardiamo al Fondo di sviluppo e coesione: dei 2 miliardi e 700 milioni assegnati dal governo alla Puglia per infrastrutture nel 2015, la Ragioneria Generale dello Stato, non io, certifica che sono stati spesi solo 53 milioni di euro, il 2,3%.
Questione Covid, da padre, oltre che da politico, come valuta la regolamentazione per il ritorno a scuola dei ragazzi?
Incasinata, frutto di una totale disorganizzazione! La didattica a distanza è stato un fallimento. Come padre sono seriamente preoccupato, poi, non solo per l’apprendimento scolastico, ma perché la Scuola dopo la Famiglia è il primo nucleo di socializzazione per i ragazzi: in classe c’è l’amico di banco, c’è l’ora della merenda, ci sono gli altri compagni. La scuola è un’esperienza unica nella vita di ciascuno e non può essere vissuta a distanza.