Rinasce Chioggia, la «Piccola Venezia»

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Una città che da 35 anni sta riscoprendo tutte le tradizioni identitarie, dall’artigianato alla tavola, dalla devozione popolare al Palio della Marciliana

«Una città sospesa tra il cielo e il mare»: questa è Chioggia, non una grande metropoli ma una piccola isola, quasi un miraggio sulla superficie della laguna percorsa da un dedalo di calli, rive e due canali che le danno le sembianze della vicina Venezia, tanto da soprannominarla “la Piccola Venezia”. Ma al di là dalle apparenze, Chioggia ha origini ben più antiche della famosa Serenissima tanto da renderla sua sorella minore.

Clodia Maior nasce dalla leggenda. Si narra che fu proprio Clodio, compagno di viaggio dell’eroe troiano Enea, a fondarla dopo aver lasciato le rovine della città distrutta dai Greci e ad averne dato nome e simbolo. Ciò che sappiamo è che la città esisteva già in età romana, assieme a Clodia Minor, l’attuale Sottomarina, una striscia di lido collegata alla terraferma, affacciata sull’Adriatico. Insieme, formano l’unione di due elementi: terra e mare. La terra è la ricchezza di Sottomarina, storicamente formata da una popolazione contadina, ancora oggi produttrice di ortaggi, come il radicchio, detto «rosa di Chioggia»che, combinati al pescato delle vicine acque, permettono di gustare nei suoi ristoranti i piatti tipici della tradizione locale. La terra porta con sé un’altra ricchezza: la costa. È solo attorno alla metà del Novecento che Sottomarina passa dall’essere città di terra a città di turismo, di balneazione. Complice l’espansione della battigia, viene abbattuto il settecentesco murazzo, eretto dalla Serenissima, terminante con la più antica fortificazione militare della laguna veneta, Forte San Felice, e al suo posto nasce una nuova zona dedicata all’accoglienza e l’intrattenimento del «forestiero». Nascono stabilimenti balneari, ristoranti, parchi divertimento e un incredibile lungomare di due chilometri e mezzo che si affaccia su quattrocento metri di sabbia finissima che permettono l’abbronzatura più rapida di tutta l’Italia.

Il mare, invece, è l’anima di Chioggia, che vanta la più grande flotta peschereccia dell’Adriatico. Anche qui, il presente si mescola con la tradizione: si tratta della tradizione del mercato ittico, dove le «aste all’orecchio» si susseguono nella tarda notte in un insieme silenzioso di piccoli movimenti e sguardi. Lo stesso pesce risale il canale più famoso di Chioggia, Riva Vena, dove, tra i colori delle barche, del cielo, dei campanili e dei palazzi in stile veneziano, è possibile assaporare le rivisitazioni in chiave moderna delle cichetterie locali. Sempre lungo la riva troviamo un altro colore importante: il rosso, che non è solo quello dei tramonti infuocati che si riflettono sul canale, ma quello della pescheria al minuto, dove ancora una volta ritorna protagonista il pescato locale. Dal 1 al 5 agosto, calli, ponti e rii si trasformano, per diventare il palcoscenico del Piccolo Teatro, di cui quest’anno ricorrono gli ottant’anni dalla fondazione; teatro che porta in scena le vicende di una popolazione che nel suo linguaggio e nella sua prossemica è colorita quanto la sua città. Neppure il corso principale si risparmia dal diventare protagonista dell’annuale Palio della Marciliana, che ogni terzo fine settimana di giugno riporta indietro le lancette dell’orologio fino al Medioevo, con sfilate delle varie contrade cittadine, rievocazioni della guerra di Chioggia, parate di tamburini e gare di tiro con la balestra. Non c’è tradizione, dalla creazione dei merletti, dalla costruzione delle reti, dagli antichi giochi, fino alla lettura della mano, che venga risparmiata dall’essere rispolverata e riproposta da ormai trentacinque anni.

Chioggia e Sottomarina sono anche pietas: numerose sono le chiese, i capitelli e le icone che testimoniano la fede e la devozione popolare. Una vera e propria caccia al tesoro tra le calli e le vie, partendo dal giardino del Sagraeto, dove le donne si recavano in preghiera per i mariti in mare, percorrendo il Corso del Popolo, dove si trova la chiesa di San Giacomo che custodisce lo «zocco», tronco su cui la Vergine si sedette quando apparve all’ortolano Baldissea Zalon nel 1508; per poi giungere alla chiesa di San Domenico, dove è custodita la tela di San Paolo, di Vittore Carpaccio, e il crocifisso miracoloso di San Domenico. Il museo cittadino, il museo diocesano, il museo di zoologia marina, la Pinacoteca della Santissima Trinità, la chiesa di Santa Caterina e la torre di Sant’Andrea, che racchiude al suo interno l’orologio da torre ancora funzionante più antico al mondo, sono solo alcune delle altre tantissime gemme di cultura che rendono Chioggia città del passato con sguardo verso il futuro. Un futuro che la vede da poco come meta crocieristica, come città di lettura, città di concerti, di sport e intrattenimento, con una programmazione che si limita al solo periodo estivo, ma che accompagna residenti e turisti per tutta la durata dell’anno. Chioggia è sì una «città sospesa tra cielo e mare» ma offre a ciascuno l’opportunità di plasmare la propria esperienza in modo unico e personalizzato, rendendo ogni visita un viaggio memorabile nell’intrattenimento, nella tradizione e nella storia.

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