Se devono mettere le mani nelle nostre tasche, il virus non c’è

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C’è una pessima novità sul fronte del fisco: non solo dalla delega amplissima e estremamente pericolosa che l’esecutivo si è assegnata; piuttosto è nel ” qui ed ora”, nella pressione fiscale non ridotta e nel flusso di scadenze fiscali, adempimenti e notifiche che il MEF ha deciso di far ripartire con il testo del decreto Fiscale 2021 collegato alla Manovra di Bilancio 2022 e che si accumulano nel mese di novembre. Sul tema impositivo e riscossione appare chiaro che al Presidente del Consiglio e al MEF non sia stato sufficiente prendere atto della situazione non florida pre-crisi sanitaria, né della successiva violentissima accelerazione recessiva ed ai pesantissimi effetti che questa ha comportato per le categorie più colpite e meno agevolate: partite IVA e piccoli professionisti, la piccola impresa industriale e- specialmente- quella operante nei servizi . Ed è difficile se non impossibile comprendere il perché di molte scelte del Governo sotto il profilo anche solo del “buon senso”: se ad un contribuente provato dalla crisi e ,molto probabilmente senza capacità reale di adempiere, si impone con scadenza fine novembre il pagamento di 14 (e probabilmente ne abbiamo tralasciato qualcuno) tra rate e tributi scaduti e rimandati nel 2020 -21 per le restrizioni COVID19 o di normale tempificazione, senza consentire ulteriori dilazioni o rateizzazioni, molto probabilmente questo contribuente non pagherà , andando ad aumentare il suo carico e il già imponente stock della Agenzia. E sembrerebbe che la stessa agenzia si sia fatta parte attiva nel presentare questo scenario. Ma la stessa mancanza di buon senso è stata dimostrata in questi quasi due anni rifiutandosi di accordare ex ante una pace fiscale anche in virtù delle uniche e irripetibili condizioni di poter operare liberamente in deficit, preferendo lo spostamento in avanti scadenza per scadenza senza una visione certa ed una tranquillità per il contribuente. Forse una prima risposta – ma è solo una nostra ipotesi- sta nella prospettiva di “socialismo dei privilegiati” degli esecutivi progressisti, dove si rivela la volontà chiara di comprimere la classe media e le piccole e medie Imprese che da sempre caratterizzano con i distretti produttivi il tessuto industriale -e sociale- da nord a sud del paese. La riflessione di fondo, a nostro parere più importante: la timidezza della manovra finanziaria 2022 ovvero nella inconsistenza della spesa, posto che questa era l’ultima occasione per l’Italia per poter muoversi liberamente in termini di “spesa in deficit” senza i limiti imposti dalle regole europee di bilancio prudente -patto di stabilità. E dal 2022 sarà “devastante” il combinato disposto del rientro nel rapporto deficit /PIL secondo le regole (probabilmente modificate ma nella forma non nella sostanza ovvero non si pensa a grosse variazioni al quel 3 percento al nominatore). Ma già il Presidente del Consiglio e il Ministro Franco avevano disegnato la strada: l’indebitamento netto nelle previsioni del Governo passerà dal 9.4 percento rivisto (precedentemente era 11.8) del 2021 al 5.8 percento nel 2022 (era 5.9) per poi arrivare al 3.4 percento nel 2024. E questo significa o crescita costante sopra il 5 percento. Improbabile: sommessamente riportiamo che le previsioni di 26 istituti di credito mondiali raccolte da Reuters danno una crescita del PIL italiano al 4.2 per il 2022, 1.8 per il 2023 e 0.9 per il 2024. Da cui probabile austerità “violenta”. Per concludere non possiamo tralasciare due punti: la “immensa” disponibilità di liquidità del Tesoro, sicuramente a fine agosto essere stata di oltre 140 Mld di Euro, sicuramente diminuita a settembre ma non inferiore ai 80Mld Euro, tanto che il Tesoro sta riacquistando titoli di Stato (debito emesso) prima della naturale scadenza e le…straordinarie performance delle entrate tributarie che nel 2021 sono state superiori rispetto a quelle quella pre-pandemia, 2019. Unendo i puntini forse è possibile comprendere. Ciò che è certo è che fra sei – otto mesi rimpiangeremo l’occasione avuta in questi mesi.

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