Sono passati 800 anni da quando san Francesco d’Assisi ha ricevuto le Stimmate e da quando il Poverello di Assisi ha scritto il Cantico delle Creature, testo fondamentale non solo per la religione cattolica, ma anche per la lingua italiana. In questa occasione, il Senato della Repubblica ha voluto ricordare il Santo Patrono d’Italia in una mostra realizzata con la collaborazione della Galleria Nazionale dell’Umbria.
Fino al 2 marzo 2025, la Sala capitolare del Palazzo della Minerva, a Roma, ospiterà dipinti di maestri come Cimabue e Perugino, ma anche la Chartula, una pergamena scritta dallo stesso san Francesco dopo l’impressione delle stimmate.
Inaugurata alla presenza del Presidente del Senato Ignazio la Russa, a cura di Costantino D’Orazio, direttore dei Musei Nazionali di Perugia, e di Veruska Picchiarelli, responsabile del Dipartimento di arte medievale e della prima età moderna della Galleria Nazionale dell’Umbria, San Francesco, tra Cimabue e Perugino. Nel Giubileo con il Cantico delle Creature è un viaggio nell’iconografia del santo tra Medioevo e Rinascimento e alla scoperta del suo ruolo nella definizione dell’identità nazionale italiana.

“E’ un’occasione importante – commenta il presidente del Senato Ignazio La Russa – in cui le istituzioni si pregiano di concorrere a celebrare il Giubileo con la possibilità di consentire di stare un attimo vicini alle opere di Cimabue e del Perugino”. Ma anche perché “Francesco con il suo peregrinare per i sentieri dell’Italia, portando la voce della carità con la sua fede e il suo amore per i poveri, ha anticipato di secoli i viaggi dei pellegrini che sono sempre accorsi a Roma per il Giubileo”, appuntamento “caposaldo della crescita dell’umanità”. E’ la prima collaborazione tra il Senato della Repubblica e la Galleria Nazionale dell’Umbria, aggiunge il sottosegretario Gianmarco Mazzi: “Un viaggio nella storia dell’arte attraverso le opere dei più importanti Maestri medioevali e rinascimentali” e rientra “nell’obbiettivo del Governo di valorizzare al massimo l’immenso patrimonio artistico italiano”.
Le opere dei grandi maestri dell’Umbria, da Cimabue a Benozzo Gozzoli, da Taddeo di Bartolo e Niccolò di Liberatore, noto come l’Alunno, fino a Pietro Vannucci detto il Perugino provengono spesso da prestiti di musei, chiese, conventi, istituzioni laiche e religiose che custodiscono la memoria del Santo nella sua terra. Arriva dal Museo della Porziuncola, per esempio, l’effigie di San Francesco dipinta da Cimabue negli anni in cui era impegnato ad affrescare la Basilica di Assisi. La tradizione vuole che il maestro abbia utilizzato come supporto la tavola che era servita da copertura per la prima, umilissima cassa di legno nella quale il corpo di Francesco fu tumulato subito dopo la morte.



In apertura del Giubileo, inoltre, giunge a Roma la Chartula, conservata nella Cappella di San Nicola della Basilica di Assisi accanto al saio di Francesco. Nella pergamena datata 1224, vergata dal Santo dopo aver ricevuto le stimmate, sono riportate una ispirata benedizione al compagno e amico frate Leone e, sul recto, la lirica Lodi di Dio altissimo, mentre è ancora ben leggibile il simbolo del Tau, con il quale Francesco si firmava.


San Francesco, tra Cimabue e Perugino. Nel Giubileo con il Cantico delle Creature è un progetto realizzato con la collaborazione dei Musei Nazionali di Perugia – Direzione regionale Musei nazionali Umbria, del Ministero della Cultura, della Custodia Generale del Sacro Convento di San Francesco in Assisi, della Provincia Serafica di San Francesco dell’Umbria e del Comune di Terni, città identitaria, con il contributo del Comitato per le celebrazioni dell’ottavo centenario della morte di San Francesco d’Assisi, della Fondazione Perugia e della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni e il patrocinio del Dicastero per l’Evangelizzazione della Santa Sede.
CulturaIdentità ha dedicato a San Francesco, protettore d’Italia, la copertina del numero 49, “L’Italia dei Santi Patroni”, mentre sul Giubileo si concentrerà il numero in uscita a gennaio 2025.