Per niente facili, uomini sempre poco allineati: Giordano e Eleonora, i due protagonisti di Hatakikomi, opera di Emanuela Messina appena pubblicata da Albatros, mi hanno fatto pensare alle parole di Ivano Fossati nel brano “La musica che gira intorno”, un testo monumentale contro i preconcetti e i muri intellettuali che ipotecano il futuro. Giordano è un uomo maturo, milanese e neurochirurgo di fama, Eleonora è un giovane medico siciliano: si incontrano casualmente a Lampedusa, in un gioco di seduzione che diventa sentimento si trovano ancora. Con Lerici come teatro, occasione per l’autrice di introdurre nella trama riferimenti a luoghi e persone di un paese noto per essere terra di poeti, la seduzione giunge al suo culmine. Entrambi portano i segni dei traumi subiti in un rapporto difficile con le rispettive famiglie, ma reagiscono in modo diverso: Giordano trovando la motivazione per costruirsi un futuro di successo e da protagonista, Eleonora richiudendosi in una specie di bolla esistenziale regolata dal compromesso e dall’annullamento di se stessa. Dall’incontro casuale e apparentemente senza possibilità di futuro nasce un rapporto intenso, cerebrale e sensuale al tempo stesso, per niente banale. La trama è avvincente, il testo è molto scorrevole e ricercato. I due protagonisti parlano in prima persona, un capitolo a testa, conferendo un dinamismo particolarmente avvincente alla narrazione. Hatakikomi è una mossa del sumo, in cui l’attaccante elude il suo opponente e lo colpisce mettendolo in posizione soccombente. È una mossa di reazione vincente a partire da una posizione di difficoltà. Come dire che una opportunità di rinascita compete anche alle situazioni più difficili: Giordano e Eleonora lo dimostrano. Il romanzo di Emanuela Messina è uno di quei libri che ti regala il piacere di averlo letto perché è capace di lasciare il segno, sia per la trama sia perché è facile trovarvi situazioni attinenti al vissuto del lettore.