Arezzo, apre “Profeti inascoltati del ‘900”

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Dopo aver girato l’Italia arriva per la prima volta ad Arezzo “Profeti inascoltati del ‘900”. La mostra, organizzata dalla Fondazione Guido d’Arezzo, è in programma dal 20 aprile al 5 maggio presso le sale ex Udienze di Palazzo di Fraternita in piazza Grande.

Da George Orwell a Pier Paolo Pasolini, da Hannah Arendt a Louis-Ferdinand Céline, una ricca selezione delle opere dell’artista genovese Dionisio di Francescantonio. L’intento della mostra, ideata e curata da Dionisio di Francescantonio, dalla scrittrice e organizzatrice culturale Miriam Pastorino e dall’editore e saggista Andrea Lombardi è quello di contribuire ad attrezzare culturalmente la società italiana in vista delle sfide del tutto nuove che la attendono, per comprendere la natura delle quali torna utile interrogare il passato, pur con lo sguardo rivolto al futuro. Nel percorso in mostra diversi ritratti, realizzati a matita su carta, di personalità della cultura e dell’arte capaci, con la forza delle loro idee, di influenzare il nostro tempo. Figure trasversali che abbracciano molteplici sfumature ideali e spirituali, distintesi per le loro analisi fuori dagli schemi dell’età contemporanee.

Dalla mostra è nato poi il libro Profeti inascoltati del ‘900 (edito da ITALIA Storica nella collana OFF TOPIC, Genova 2022), con il numero di ritratti, tutti opera di Dionisio di Francescantonio, e relative schede portati al numero di 66. «Il concetto della mostra – dichiara l’editore e saggista Andrea Lombardi – maturata nel 2020-2021 assieme all’artista Dionisio di Francescantonio e all’organizzatrice di eventi culturali Miriam Pastorino, partita da Genova e tenutasi in seguito a Senigallia, L’Aquila, Nardò e Rieti, è raccogliere personalità della cultura e dell’arte del ‘900 dimostratesi profetiche nell’interrogare la società del loro tempo, figure trasversali che abbracciano molteplici sfumature ideali e spirituali – accompagnate nel libro-catalogo della mostra da schede di autori come Pietrangelo Buttafuoco, Alain de Benoist, Vittorio Sgarbi, Rachele Ferrario, Elena Pontiggia e Armando Torno – nel rispetto delle loro differenze intellettuali e politiche, ma con il tratto comune di essersi distinte per le loro analisi fuori dagli schemi dell’età contemporanea».

Autore delle opere d’arte è Dionisio di Francescantonio. Un artista che dimostra una precoce disposizione per il disegno, tanto che quando, a nove o dieci anni, gli chiedono cosa farà da grande, risponde senza esitare: “Il pittore”. Ancora adolescente, studia le tecniche pittoriche presso privati, quindi frequenta l’Accademia Ligustica di Belle arti di Genova, dopodiché ha un semestre felice di esposizioni nel sud della Francia (Cannes, Aix en Provence). Di ritorno a Genova nel momento in cui l’astrattismo e l’informale sembrano riscuotere l’interesse esclusivo della critica e delle gallerie d’arte, volendo restare legato tenacemente al figurativismo, ha un periodo di ripiegamento su sé stesso in cui prosegue in solitudine la sua ricerca pittorica ma diventa anche fotografo, lavorando per l’editoria sia in Italia che all’estero. Inoltre scrive articoli per riviste e giornali; pubblica un saggio con illustrazioni fotografiche sul folclore ligure, quindi lavori di narrativa, pubblicando diversi romanzi e volumi di racconti. La pittura rimane comunque la sua vocazione principale e, in anni più recenti, grazie ad un principio di disgelo nei confronti del figurativismo, riprende ad esporre in mostre collettive e personali a Genova e in altre regioni italiane. Tra le mostre più importanti: “Vent’anni di pittura”, personale al Castello di Nervi nel 2008; “Sacro e Profano”, personale alla Galleria Boccadasse (GE) nel 2011; “Mai perdute forme del mondo”, collettiva a Palazzo Ducale; “Verità e Sogno”, personale alla Villa Comunale di Frosinone nel maggio 2016; Mostra Personale a Carro (La Spezia) presso le Volte di Mangiante nel luglio 2016. Nell’ottobre dello stesso anno partecipa, su invito, a una mostra di artisti italiani presso l’Istituto di Cultura Italiana di Los Angeles. Ha prodotto una serie di sagome dipinte su legno utilizzate per il Presepe Vivente e per il Carnevale di Acquasanta (GE).

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