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Città dalle antiche radici e dalla storia tormentata, Carmagnola porta nelle sue imponenti architetture le tracce della grandezza e le ferite delle numerose guerre che la videro protagonista nel corso dei secoli, in virtù della posizione strategica e delle successive, numerose fortificazioni che la circondavano. A compensarla di tanta furia bellica, la storia più recente le ha concesso di vivere una serena realtà da tipico “paesone” piemontese, ricco di gloriose vestigia, arricchito da pregevoli eleganze barocche, immerso in lussureggianti campagne nelle quali ci si dedica operosamente ad apprezzate produzioni agricole. Con siffatto curriculum storico è naturale conseguenza, per Carmagnola, l’essere accolta e il permanere nel circuito delle Città Identitarie, nato per promuovere il patrimonio storico, culturale, produttivo ed estetico delle Città che hanno reso grande e bella la nostra Italia.
Lo scorso anno, alla sua adesione, Carmagnola si era presentata con un sogno che tentava di prendere forma, grazie alla buona volontà e alla determinazione dell’amministrazione, vale a dire il progetto di restauro della Chiesa e del complesso abbaziale di Sant’Agostino, supportato da un’iniziativa di crowdfunding. Iniziativa che – come tante – ha subito una brusca frenata a causa del contesto pandemico, per riprendere successivamente con rinnovata energia e iscrivendosi ai “Luoghi del Cuore”, la classifica promossa periodicamente dal FAI (Fondo Ambiente Italiano). La buona – e recentissima – notizia è che grazie ai fondi del PNRR il progetto di restauro cesserà di essere un sogno, per divenire finalmente realtà: la messa in sicurezza degli ambienti e la ristrutturazione delle facciate, più volte rimaneggiate nel tempo, permetterà finalmente di rendere gli ambienti disponibili al pubblico, al quale fu interdetto l’accesso a partire dal 2014.
L’imponente struttura, già dichiarata monumento nazionale nel 1910, costituì sempre il cuore della vita religiosa locale, e tale rimase la sua funzione fino al 1858, anno in cui il Comune la acquisì per adibirla a spazio pubblico. Sotto il profilo architettonico, se all’esterno troviamo una facciata dalle fattezze marcatamente ottocentesche, di orientamento neoclassico, la vera sorpresa è all’interno: tre navate dalle forme tardo-gotiche ci portano all’origine di questo eccellente monumento. Origine confermata anche dalle pareti esterne in mattoni e dal maestoso e slanciato campanile il cui stile prende le distanze dai successivi rimaneggiamenti e conferma le antiche origini (sec. XV) di cui parecchi dettagli portano testimonianza, così come il tuttora esistente complesso abbaziale. La gradevole piazza antistante la facciata è invece una novità piuttosto recente, rispetto alla secolare storia di questa chiesa: essa venne realizzata solamente nel 1869.
Una storia a lieto fine, quindi, nella quale la perseveranza è stata giustamente premiata. La Chiesa di Sant’Agostino, nei secoli già fulcro della vita non solo religiosa, ma anche sociale ed economica della città, come tanti edifici sacri non più adibiti al culto ha trovato nuova vita come luogo di incontro, soluzione che ne preserva la funzione sociale promuovendo e tutelando, nello stesso tempo, la bellezza originaria dell’edificio. A lavori ultimati, avremo quindi una ragione in più per respirare pura piemontesità lungo le vie della storica e identitaria Carmagnola.