Conte, Babbo Natale e la commedia all’italiana

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Copyright Filippo Attili

“Caro Tommaso, ho letto il tuo messaggio e voglio rassicurarti. Babbo Natale mi ha garantito che già possiede un’autocertificazione internazionale: può viaggiare dappertutto e distribuire regali a tutti i bambini del mondo”. Si apre così il messaggio di risposta del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte indirizzato ad un bambino di 5 anni. Il piccolo gli aveva infatti inviato una lettera esprimendo tutte le sue preoccupazioni per il Natale: sarebbe stato concesso a Babbo Natale di muoversi e consegnare i regali nonostante i presenti divieti?

Questo simpatico siparietto, sicuramente capace di suscitare sentimenti di tenerezza, nasconde però, ad un’analisi più razionale, una realtà che sembra avvicinarsi al genere tragicomico.

Innanzitutto non possiamo non notare gli eccellenti progressi della scuola italiana: a 5 anni i giovani studenti sanno già compilare ed inviare perfettamente messaggi di posta elettronica certificata, e in questo non si può non tenere conto dei fantastici risultati dell’ innovativa didattica (a rotelle, o piuttosto a rotoli) fortemente voluta dal nostro egregio Ministro dell’Istruzione.

In seconda battuta, sono notevoli, prima ancora della risposta, le modalità e i canali comunicativi del Presidente: dopo le dirette su Facebook per annunciare i salvifici provvedimenti a cui eravamo stati abituati a marzo, adesso dai suoi account ci omaggia con una storia strappalacrime (si noti bene, non “populista” agli occhi degli imparziali e professionali giornalisti di questo grande Paese). Evidentemente devono essere stati i mesi al governo con Matteo Salvini ad aver acceso nella sua persona un così grande interesse per le possibilità offerte dai social, unitamente agli insegnamenti del grande maestro Rocco Casalino, forse paragonabile soltanto ai migliori retori delle scuole dell’Atene classica.

Il Presidente, ovviamente, non poteva deludere le aspettative di Tommaso: Babbo Natale porterà i suoi doni non solo in Italia, ma in tutto il mondo! Evidentemente ci eravamo dimenticati del fatto che la povertà fosse stata abolita non solo da noi, ma, per osmosi, in tutto il globo (si sa, siamo stati in questi mesi un modello per molti paesi) .

Al di là delle rassicurazioni, ci chiediamo però quali saranno i regali richiesti dal piccolo Tommaso. La risposta al perché, a distanza di mesi dalla comparsa di questo male, ancora gli è stato negato il diritto a un’infanzia normale? Babbo Natale porterà forse nei suoi pacchetti un futuro fatto di stabilità, di abolizione del precariato, di occupazione oltre queste macerie che i padri gli lasceranno? Di riportare alla vita il padre di qualche suo coetaneo, imprenditore morto suicida in questa situazione drammatica? Di asciugare le lacrime di una madre disperata che si sveglia al mattino assillata dal pensiero di riuscire a garantire un pasto caldo ai suoi figli?

Forse però, se anche Tommaso chiedesse tutto ciò, non ce lo meriteremmo. Chi guarda passivo a questa storia, impressionato dalla dolcezza e dimentico in pochi secondi del fatto che la situazione che ci ritroveremo a vivere da qui ai prossimi mesi ha complici con volti e nomi precisi, non merita tutto questo. Uno spettacolo continuerà infatti a essere portato sulla scena finché ci sarà qualcuno disposto a pagare un biglietto per guardarlo.

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