Disabili No Limits Onlus, l’impegno civile e sociale di Giusy Versace

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Nel 2010 è l’anno in cui inizia a correre con le protesi in carbonio diventando la prima atleta italiana della storia a correre con amputazione bilaterale. Lei è Giusy Versace, figlia di Alfredo, cugino di Gianni Versace, si occupa di moda fino a quando, il 22 agosto 2005, all’età di 28 anni, in un grave incidente stradale sulla Salerno-Reggio Calabria, perde entrambe le gambe. Un evento che rimette tutto in discussione ma che per lei non ha mai rappresentato una resa. E infatti nei sette anni a venire colleziona ben 11 titoli italiani, vince Ballando con le stelle nel 2014 e due anni dopo riesce a qualificarsi per le Paralimpiadi di Rio, arrivando ottava alla finale dei 200m.

Grande esempio di speranza e coraggio, ma anche di resilienza, Giusy Versace nel 2011 fonda la Disabili No Limits Onlus. In questi dieci anni l’associazione no profit ha donato a persone disabili, che vivono condizioni economiche svantaggiate, ausili per attività quotidiane e sportive come sedie a ruote ultraleggere e protesi in fibra di carbonio, purtroppo ancora non previsti dal Sistema Sanitario Nazionale.

Un impegno civile al pari dell’attività parlamentare e lo dimostra il grande lavoro fatto con la legge delega sulla disabilità, votata all’unanimità il 20 dicembre 2021. “La disabilità non è una disgrazia – dichiara Giusy Versace – la vita è difficile e non fa sconti per nessuno, ma al contempo è bellissima, perché regala occasioni e opportunità ogni giorno. Lo sport svolge una funzione indispensabile, forma ed educa al rispetto per le regole, favorendo quell’evoluzione culturale di comprensione dell’altro all’interno della nostra società, migliora lo stato psicofisico e agevola di conseguenza quell’ inclusione sociale tanto acclamata ed essenziale. Lo sport deve essere un diritto, così come riconosciuto anche dalla Convenzione Onu del 2006 e tutti devono avere le stesse opportunità di poterlo praticare. Anche per questo ho presentato una proposta di legge perché il diritto allo sport sia riconosciuto nella nostra Costituzione, favorendo il riconoscimento della sua valenza positiva nelle famiglie e nella società. Per chi vive la disabilità, lo sport è un modo di confrontarsi con gli altri, di scoprire che i propri limiti si possono superare, di assumere più consapevolezza e porsi nuovi obiettivi”.

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