Dobbiamo erigere nuove statue, altro che abbatterle!

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fonte Facebook, foto di Maria Tatsos

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Con Gennaro Sangiuliano, Francesco Giubilei, Beatrice Venezi e molti altri, Edoardo Sylos Labini direttore e fondatore di CulturaIdentità è stato fra i relatori del Primo Convegno Machiavelli Cultura (Cultura è identità), organizzato dal Centro Studi Macchiavelli, presso la Camera dei Deputati.

Cultura, Identità: due parole che, fino a pochi anni fa, potevano sembrare novecentesche e sapere di antico e che invece oggi sono diventate strumento di dibattito politico e culturale. La mia intuizione, cinque anni fa, di riunire sotto questa sigla, CulturaIdentità, artisti, giornalisti ed intellettuali alla fine è stata premiata. Da uomo di teatro ho avuto la fortuna di conoscere profondamente il nostro Paese e la bellezza delle nostre cittadine di provincia, recitando in ognuna di esse. Perché l’Italia è provincia: su 7904 Comuni per il 70% è fatta da cittadine sotto i 10mila abitanti e per il 90% sotto i 20mila. E ognuna di esse spesso ha un teatro in cui si raccoglie tutta la comunità, una realtà che però rischia di sparire a causa delle scellerate politiche culturali di questi ultimi 10 anni adottate dalla sinistra, con il Fondo Unico dello Spettacolo distribuito alla burocrazia e a pochi grandi teatri nazionali, distruggendo di fatto i privati e le identità locali. Dobbiamo dunque ripartire da qui, dan personaggi e luoghi che in un mondo globalizzato hanno fatto grande il nostro Paese. E’ un nostro dovere far riemergere questa parte importante del Paese, che quelli con la puzza sotto il naso chiamano ancora “l’Italietta”. Con la Fondazione Città Identitarie invece quest’anno faremo i Festival a Trino nel Vercellese, la città di Cavour dove si stampò per la prima volta la Divina Commedia; poi a Loano, che ha dato i natali a Gianandrea Doria, l’ammiraglio che guidò la Battaglia di Lepanto; e a Potenza, dove Leoncavallo scrisse I pagliacci. Ogni piccola città ha dei personaggi incredibili da riscoprire, con cui costruire un nuovo immaginario italiano. Ecco perché, da artista, ho messo a disposizione la mia esperienza per riunire e raccontare questa nostra Italia, anche in maniera pop con il teatro: una teatralità applicata al racconto dell’attualità politica e culturale, visto che oramai da più di 20 anni i veri attori sono diventati i politici. Insomma, è anche un modo per riprendersi la scena e raccontare l’Italia più bella contrastando cancel culture e ambientalisti da salotto che attaccano i nostri simboli culturali. Dobbiamo erigere nuove statue e difenderci da chi le vuole abbattere.

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