Dal 6 settembre il nuovo numero di CulturaIdentità

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Da venerdì 6 settembre in edicola in allegato a Il Giornale al prezzo di 1 euro il numero 7 di CulturaIdentità, il magazine mensile fondato da Edoardo Sylos Labini e diretto da Alessandro Sansoni, questo mese interamente dedicato alla celebrazione del centenario dell’Impresa di Fiume capeggiata da Gabriele D’Annunzio, che il 12 settembre 1919 guidò i suoi duemila legionari nella città adriatica per rivendicarne l’italianità, dando vita a un’epopea durata 500 giorni che rese Fiume il laboratorio politico-culturale dell’Italia del Novecento.

Come sempre, numerose le firme di prestigio: Marcello Veneziani ci spiega che fu la Carta del Carnaro, quella sì, “la Costituzione più bella del mondo”, scritta “con la mano sinistra” da Alceste de Ambris, che come scrive Diego Fusaro unì in sé il coté dell’azione e del pensiero, mentre Laura Tecce ci presenta l’affascinante figura di quel “Capitano Magro” che avrebbe volentieri buttato a mare i rivoluzionari in pantofole. Dal mare al cielo, Nino Spirlì ci parla del conquistatore dei cieli Guido Keller, che sganciò un pitale di… su Montecitorio, mentre Francesca Barbi Marinetti ci mostra la sintesi perfetta Marinetti/d’Annunzio nel nome di quella lotta di classe portata avanti da artisti d’avanguardia e lavoratori.

Lotta di classe, rivoluzione e comunicazione: come scrivono Paolo Corsini e Marco Gervasoni rispettivamente, fu proprio il brand d’Annunzio a determinare per la prima volta nella storia il marketing culturale in quella che fu una rivoluzione veramente libertaria, altro che il ’68.

Da segnalare la copertina disegnata per CulturaIdentità da Mr SaveThe Wall, che reinterpreta la figura del Vate come una rock-star del primo dopoguerra e le interviste al presidente del Vittoriale Giordano Bruno Guerri e allo storico Giuseppe Parlato. Numerose le storie inedite o poco conosciute dei protagonisti grandi e piccoli dell’Impresa tratteggiate nelle pagine regionali.

Due sono gli insegnamenti ancora attuali lasciatici in eredità da D’Annunzio e dai suoi legionari a cento anni di distanza – ha affermato Edoardo Sylos Labini: si può fare politica anche con la Poesia e con l’Arte, quindi con la Cultura. E a volte bisogna disobbedire per rimanere fedeli alla propria Patria“.

Dal settembre del 1919 al dicembre dell’anno successivo – ha aggiunto Alessandro Sansoni, Fiume fu il luogo di incontro delle innumerevoli suggestioni culturali, ideologiche e politiche che prendevano forma nell’Italia e nell’Europa sconvolte dalla Grande Guerra e che avrebbero caratterizzato la Storia del Novecento. A Fiume non si sperimentarono solamente simboli, rituali, idee e tecniche di propaganda che sarebbero poi confluite nel Fascismo, ma vennero elaborate anche teorie e posizioni da cui sarebbero scaturite le culture antifasciste e post-fasciste che avrebbero caratterizzato il dibattito pubblico del nostro paese nei decenni a seguire. Ricordare quell’impresa, studiandola, serve dunque a conoscere meglio anche l’Italia di oggi“.