Elena Ballerini e l’Italia, Tale e Quale ad uno show

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Venerdì 10 novembre, a Tale e Quale Show tornerà in gara Elena Ballerini. L’artista, lo scorso anno sul palcoscenico del festival di Loano delle Città Identitarie, è stata l’autentica rivelazione della scorsa edizione, classificandosi quarta. Non una completa novità, però, almeno per chi già la conosceva in Citofonare Raidue o dai tempi di Mezzogiorno in famiglia e ancora prima a teatro, apprezzandone il talento e le qualità canore. Elena Ballerini è nata per lo spettacolo: cresciuta come cantante e giovanissima interprete di musical, ha sempre saputo che il palcoscenico fosse la sua strada. Tanto che persino negli anni della laurea (conseguita) in scienze giuridiche non ha mai abbandonato gli studi paralleli in recitazione e dizione. Alla vigilia della sua partecipazione al torneo dei migliori di Tale e Quale Show, l’abbiamo quindi contattata. Colta, educata, simpatica: sembra una ragazza d’altri tempi, ma Elena è una che guarda molto più in avanti che indietro. Ha solo un (bel) vizio: conserva ancora i valori veri, efficaci in qualunque epoca.

Elena, facciamo subito lo scoop: chi imiterai nella prima puntata?

Assolutamente non lo posso dire! Top secret, ma garantisco che sarà un bel personaggio che non vedo l’ora di interpretare e spero potrà piacere!

Parliamo allora dell’edizione scorsa, di cui sei stata protagonista. Partiamo dall’imitazione secondo te più bella che hai fatto.

Ho amato imitare Arisa: sono entrata maggiormente nel mood del personaggio, forse aiutata anche dal fatto di conoscere la persona.

Quella che ti è piaciuta meno?

Olivia Newton John. È stata la prima che ho interpretato, quindi con l’emozione del debutto ero attenta ad altre dinamiche e snaturavano il senso che volevo dare al personaggio.

Il successo di uno dei pochi veri varietà rimasti come è Tale e Quale, dimostra che ci sono in giro ancora tanti talenti da fare esprimere o che ormai possiamo solo imitare il passato per essere grandi?

Tale e Quale ha una formula estremamente interessante dal punto di vista di contenuti e che dura da tanti anni, quindi vuol dire che funziona e questo è già importante per la tv di adesso. Vedere in gioco artisti, non tutti propriamente cantanti, cimentarsi con l’imitazione rappresenta una grande opportunità sia per guardare al passato, che per puntare sul futuro. È un modo per porre alla prova gli artisti italiani di oggi, con qualcosa a cui non sono abituati, quindi si punta molto anche al futuro.

E dunque anche il varietà televisivo non è proprio morto.

Anche guardando solo all’Italia abbiamo per fortuna una varietà enorme di personaggi da imitare: credo proprio che un bel programma come Tale e Quale difficilmente morirà finché gli autori lo vorranno.

Torni a questo torneo tra i favoriti.

Questo non lo so, ci sono tantissimi colleghi molto bravi. Sicuramente mi diverto molto e sono felicissima di essere qui e questo già mi basta!

Per qualche tempo sei stata assente dal piccolo schermo. Diciamo quanto bastava perché nel frattempo cambiasse il modo di fare intrattenimento. La tv di questi ultimi tempi è cambiata in meglio o in peggio?

C’è uno standard che va avanti da circa cinque anni, ossia da quando i social sono arrivati in maniera così dirompente. Ci stiamo un po’ adattando a quel mondo e spero non si esageri. Chiaramente è necessario evolversi, ma la tv deve mantenere la sua qualità peculiare, senza farsi vincolare dai giudizi che vengono scritti sui social.

In che senso?

La televisione ha un linguaggio e dei parametri ben precisi che l’hanno resa grande. I social sono senz’altro molto democratici, ma la tv non deve farsi prevalere da questi, che fanno perdere la naturalezza del pubblico.

Condivido quanto stai dicendo, ma sai che ci sarà chi ti considererà una boomer perché diranno che anche i social hanno un loro pubblico.

Assolutamente, ma il pubblico non è solo quello della tastiera. Io ho fatto per tanti anni l’inviata e girando l’Italia ho avuto modo di conoscere da vicino quel pubblico che, invece, ti può stringere la mano, ti guarda negli occhi. Non dobbiamo dimenticarci di questo tipo di pubblico, che è la linfa vitale della televisione.

Ecco a proposito di posti d’Italia, qual è la tua città identitaria che maggiormente rispecchia i tuoi valori?

Senza dubbio Loano, la città dove sono cresciuta, e Roma, quella dove vivo e che mi ha dato tanto. Sento un’appartenenza reciproca nei valori e, specie a Loano, persino nelle tradizioni che sono state mantenute. Per me rappresentano casa, a tutti gli effetti.

La politica incide così tanto come vogliono far credere alcuni sui contenuti tv?

Non credo, personalmente non mi sono mai resa conto di questo: gli spettacoli belli non hanno bisogno di essere sponsorizzati dalla politica per funzionare.

Tu dieci anni fa conducevi un programma dal titolo Leggende Rock. Si potrà fare un programma così tra qualche decennio o dobbiamo sempre solo guardare ai tempi più lontani?

No, abbiamo tante realtà importanti anche nel presente, anche se non ce ne si accorge quando le si vivono.

Se dovessi immaginare delle leggende musicale degli ultimi 20 anni, chi sceglieresti?

Ci sono interpreti come Adele e Beyoncé che lasciano il segno. Ma su tutti la leggenda vera è sicuramente Lady Gaga. Una stella che ha saputo conquistare il mondo ed è arrivata quasi in punta di piedi col primo brano. Col secondo, Poker Face, qualcuno pensava fosse un personaggio passeggero, invece ha dimostrato di poter essere la nuova Madonna: resterà in scena anche oltre i 60 anni con straordinario successo.

Per circa un anno sei sparita dalla tv, sei tornata da mamma innamoratissima di tuo figlio e di tuo marito. Come è cambiata la tua vita?

Completamente. Quando diventi mamma si sposta il baricentro degli affetti e anche dei pensieri. Il mio primo problema una volta tornata sullo schermo era quello di portare in tempo le pappe, le copertine, i biberon e tutto quello che poteva servire per mio figlio. La mia famiglia viene prima di tutto, ma non mi ha comunque mai distolto dal mio lavoro: anzi il ruolo di mamma mi ha aiutato a vivere in maniera più adulta le situazioni, non affrontandole di petto ma concedendomi la possibilità di respirarle. Anche perché il tempo a casa poi è sempre meno! Diventare madre è senz’altro un grande arricchimento.

In Italia nessuno vuole più avere figli: il tuo è un bell’invito a diventare mamme.

Sono rimasta un po’ spiazzata perché dopo aver annunciato di essere in attesa di mio figlio, non avevo avuto subito una ricollocazione. Questo mi aveva un po’ spaventata, ma mi ha dato la possibilità di trovare un mordente fortissimo per tornarci e fare poi le cose più importanti finora della mia carriera, tra diversi programmi.

Sei tornata con grande successo e affetto del pubblico in tv, ma il diploma di laurea lo hai messo in un cassetto?

Parallelamente allo spettacolo, aiuto mio marito nel campo del business, dove quindi comunque quegli studi mi sono utili. In ogni caso oggi la cultura è la chiave di tutto, dà una completezza mentale: se tornassi indietro studierei ancora di più conseguendo una seconda laurea in lettere.

Progetti nel futuro?

Bolle in pentola un progetto ancora allo stato embrionale per la prossima estate: una novità televisiva sulla nostra Italia che è bellissima, unendo viaggi e musica. Sono sempre innamorata del mio Paese!

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