Le donne come trofeo di guerra: oggi con Hamas ieri con le marocchinate

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palestinese prigioniera ebrea

La Terrasanta è di nuovo in fiamme. La scintilla o meglio la scusa per l’attuale escalation è stata la decisione delle autorità israeliane di chiudere un piazzale nella Città Vecchia di Gerusalemme Est che è un luogo di ritrovo per i palestinesi durante il Ramadan. Questa decisione ha scatenato proteste e scontri a cui hanno fatto seguito numerosi attacchi e scontri tra palestinesi ebrei in diverse città di Israele. Ci sono stati anche lanci di razzi dalla Striscia di Gaza verso Israele, che hanno portato in risposta a bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza. Infine l’improvviso e massiccio attacco palestinese, con razzi e droni dal cielo e incursori da terra, che ha preso di sorpresa le forze di difesa israeliane, 24 ore fa.

Finora, la situazione ha causato centinaia di morti e molti feriti. Ma la novità senza precedenti è che le forze di Hamas hanno compiuto incursioni in territorio israeliano sparando sui civili inermi e prendendo decine di prigionieri, non solo fra i militari dello Stato ebraico, ma anche fra i cittadini israeliani. Tutt’ora reparti di Hamas sono impegnati in combattimento all’interno di insediamenti israeliani fuori dai confini di Gaza, mentre dal confine libanese gli Hezbollah hanno colpito le postazioni israeliane col tiro di mortai, a cui l’esercito di Tel Aviv ha risposto con l’artiglieria. Oltre 500 sono i caduti israeliani, finora. Da parte loro, i palestinesi lamentano 313 morti a causa delle incursioni aeree israeliane. Secondo il Jerusalem Post sarebbero finora migliaia i feriti e 750 i cittadini israeliani “dispersi”, e in gran parte potrebbero essere prigionieri di Hamas.

Le immagini che i militanti palestinesi hanno diffuso, con gli ostaggi presi fra gli israeliani, mostrano molte donne, di ogni età. Ragazze e anziane trascinate per i capelli, derise e usate come trofeo di guerra. Lo stupro nei conflitti bellici, come simbolo di abuso e dominio, è proprio uno degli argomenti approfonditi nel numero di ottobre di CulturaIdentità, in edicola in questi giorni.

Le immagini dei terroristi palestinesi non possono non riportare alla mente episodi crudeli del nostro passato recente, come le marocchinate o l’arresto, lo stupro e l’infoibamento di Norma Cossetto.

Queste due pagine nere vengono raccontate nel numero di CulturaIdentità in edicola con due articoli. I pezzi – rispettivamente a firma di Federica Velardo e Silvano Olmi – raccontano l’orrore dello stupro di guerra nella storia e la storia dimenticata delle “marocchinate”, le violenze commesse dalle truppe coloniali francesi contro le popolazioni civili in Italia, durante il secondo conflitto mondiale.

“È solo dalla metà del XX secolo che comportamenti criminosi riconducibili all’abuso sessuale sono stati esplicitamente riconosciuti e condannati dalla comunità internazionale”, scrive la Velardo nel lungo racconto di come questa arma di guerra sia stata con molta lentezza finalmente accostata al reato di genocidio, perché specialmente nelle guerre della ex-Jugoslavia è stata impiegata con l’esplicito scopo di annichilire la popolazione conquistata.

E se diversa è stata la motivazione – vendetta e preda, non sterminio – non meno gravi sono state le conseguenze delle “marocchinate”, raccontate da Silvano Olmi, presidente del Comitato 10 Febbraio. Una lunga scia di sangue e umiliazione, iniziata con lo sbarco dei primi reparti francesi in Italia nel 1943 e terminata solo con la loro partenza per il fronte della Provenza, nel 1944. Una scia che ha avuto il suo acme in Ciociaria, come ricorda il film di Vittorio De Sica con l’immortale interpretazione di Sofia Loren, ma che non ha risparmiato nessuna provincia in cui abbia fatto la sua comparsa il tricolore francese al cui seguito combattevano le truppe nordafricane.

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1 commento

  1. purtroppo è così! Il problema è che se li prendi e non te ne liberi è tutto inutile.
    certo che dormire così è grave, spero che abbiano imparato a non mischiare la politica con la sicurezza dello stato come avvien da noi. Mi sembrano Komunisti quelli che hanno scioperato per la riforma della giustizia. La giustizia è solo quella del governo che ha la maggioranza se non va ben si cambia con le elezioni. Altrimenti si finisce come ora!

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