In un mese quasi 1 milione di incasso al Pantheon

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Enzo Abramo Pantheon di Roma Public Domain

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I corvi facevano malauguri e invece il biglietto d’ingresso non ha fermato la voglia dei turisti di visitare il sito museale più visitato in Italia, il Pantheon. Anzi, nel primo mese il Pantheon a pagamento ha riscosso un incredibile successo, con numeri che superano ogni aspettativa: ben 228.043 ingressi, di cui più di 20mila sono giovani tra i 18 e i 25 anni, per un incasso totale di quasi un milione di euro (865.982 per la precisione). L’idea del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano di mettere l’ingresso al Pantheon a pagamento (esclusi i cittadini della Capitale, i minori di 18 anni, le categorie protette e i docenti che accompagnano le scolaresche, mentre i visitatori fino a 25 anni pagano 2 euro) a partire dallo scorso 1 luglio ha una base inattaccabile: «una cosa, se vale, deve essere pagata». E il costo serve a rendere efficienti i musei. La cultura non può essere sempre gratis, la sua produzione e la tutela del patrimonio storico culturale devono essere finanziate e con il turismo soprattutto nei mesi estivi in Italia, parte di chi usufruisce di questi beni non coincide con chi li finanzia attraverso le tasse: è così dagli anni Settanta e quindi l’idea di far pagare la fruizione di una mostra non è così balzana. Del resto, l’Italia intera è un grande museo a cielo aperto che va valorizzato e fatto conoscere sempre di più, urge quindi da un lato tutelarle maggiormente, ma dall’altro anche sfruttarne al meglio tutte le potenzialità. Perché cultura e turismo vanno assieme. Come afferma una nota del Ministero del Turismo, “Il turismo culturale è la seconda motivazione di vacanza in Italia, il turista culturale spende di più al giorno del turista medio italiano: 93 euro medi contro 74”: giusta quindi l’intuizione del Ministro Sangiuliano di mettere a pagamento il biglietto per l’ingresso al Pantheon e i numero stanno lì a dimostrarlo. Quindi, prosegue la nota ministeriale, “In ottica di programmazione presente e futura dobbiamo pensare di applicare un ticket in ingresso anche per altri siti, perché questo può avere ricadute importanti non solo sulla cultura e sul turismo ma anche sul territorio, sull’economia e sulla società”.

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