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Ci aveva dato la notizia in anteprima al Festival delle Città Identitarie a Trino nell’intervista condotta da Edoardo Sylos Labini: «Nei mesi scorsi ho avuto l’onore e il piacere di raccogliere la sua visione, che dovrebbe diventare un libro a breve». Detto, fatto. L’autore: Alessandro Sallusti, che da settembre 2023 tornerà a dirigere Il Giornale. Il titolo: poteva essere “Il mio canto libero” – «un titolo perfetto», disse dal palco del Festival riferendosi al celebre brano interpretato da Arianna durante la serata -, ma è diventato un più ammiccante e citazionista “La versione di Giorgia”.
Lo pubblica Rizzoli ed esce il prossimo 12 settembre, a un anno dalla vittoria elettorale che ha portato per la prima volta nella storia della Repubblica una donna a Palazzo Chigi. A poche settimane dall’incarico per la guida del Governo, durante un veloce scambio di auguri con Giorgia Meloni, Alessandro Sallusti buttò lì un: «Peccato che un presidente del Consiglio in carica non possa pensare di scrivere un libro per raccontare i suoi progetti». Perché no?
Ecco allora questa conversazione-intervista che rivela la visione della vita e del mondo della premier, un “dietro le quinte” del suo pensiero dal quale emerge “Un racconto appassionato” che, spiegano le note editoriali, “fa i conti con le sfide del presente, dalla guerra in Ucraina alla crisi energetica, dalla transizione ecologica all’inflazione e che ha il coraggio di puntare sulla responsabilità individuale, sul libero spirito d’iniziativa, sulla difesa della natura, su investimenti mirati per favorire la crescita e dunque ridurre il debito, su un’Europa protagonista nel mondo e vicina alle esigenze dei suoi abitanti, su un Piano Mattei in grado di portare opportunità e sviluppo in Medio Oriente e in Africa”.
«È fondamentale», dice Meloni a Sallusti, «che gli italiani vedano un governo che, per carità, ha i suoi limiti e difficoltà, magari fa perfino degli errori. Ma ce la mette tutta, in buona fede, con umiltà e amore. Un governo che non ha amici da piazzare, lobby da compiacere, potenti da ripagare. Che non guarda in faccia a nessuno, che non intende fregarti, che ha il coraggio di dirti anche quello che non si può fare in un dato momento o contesto».
Come ci disse Sallusti dal palco del Festival Città identitarie a Trino, tra le sfide che Giorgia Meloni è chiamata ad affrontare c’è anche la riforma della giustizia, tema che continua a tener banco nel dibattito politico e sui giornali e che, a livello degli scandali della magistratura, era l’oggetto di un libro scritto a quattro mani da Sallusti con l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara e che Edoardo Sylos Labini ha portato in teatro (“Il Sistema”). «Mi auguro che Giorgia Meloni ce la faccia», ci aveva detto Sallusti: «non mi sembra che sia impaurita, ma non bastano la volontà di un premier o di una maggioranza, né i voti in Parlamento. Quello della magistratura è un potere enorme e subdolo».
“La versione di Giorgia” è il progetto che Giorgia Meloni sta sottoponendo al giudizio degli italiani e alla prova dei fatti, che alla fine saranno gli unici giudici indipendenti.