Lunga vita alla femminiltà italiana

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Miss Italia è la storia del costume italiano. Miss Italia è il simbolo della femminilità. Miss Italia è un viaggio nella bellezza delle donne di provincia, è cultura e identità del Belpaese: quindi guai a chi ce la tocca! Aggiungo: Miss Italia torni presto in Rai. E’ un paradosso che un concorso storico, che nell’edizione odierna del 2023 compie 85 anni, debba ancora difendersi dalla censura di qualche piccolo personaggio in cerca d’autore. Parla ai territori come il Giro d’Italia che ripercorre lo Stivale in lungo e largo e ci regala quel senso di appartenenza che la società globalista e globalizzata cerca di scardinare in ogni modo. C’è il senso dell’azienda di famiglia incarnato dai Mirigliani che con passione si tramandano di padre in figlio un marchio frutto di una vita di lavoro e passione. C’è soprattutto la protezione materna della patron Patrizia Mirigliani che coccola le sue ragazze e cerca di indirizzarle verso il mondo dello Spettacolo e non solo, perché molte di loro, che hanno partecipato al concorso, negli anni hanno fatto una splendida carriera nel giornalismo, nel sociale e nella politica. E poi dà un senso d’orgoglio sentire che il proprio comune, il proprio piccolo paese abbia una sua fascia tricolore con la sua bella. Dopo i sindaci ci sono le Miss che nell’immaginario simbolico portano quel tricolore con orgoglio. Insomma, cominciamo ad essere rivoluzionari tornando alla normalità. E fa bene la Mirigliani a non cedere ai diktat dei leoni da tastiera del politicamente corretto e a dire no alla partecipazione delle trans al concorso, senza scimmiottare quanto è successo in Olanda. Le regole di questa gara di bellezza parlano chiaro: possono partecipare le ragazze nate di sesso femminile. S’inventassero un concorso chiamato Miss Trans. Miss Italia come gara negli anni si è evoluta dando spazio all’inclusione vera, non a quella finto buonista, come quando nel 2019 la bellissima Chiara Bordi con la sua protesi ad una gamba si classifica al terzo posto. La Mirigliani oggi punta a scoprire le doti e le passioni delle ragazze e la giuria che assegna il titolo lo fa anche in base alla capacità che le concorrenti dimostrano di avere oltre alla propria bellezza fisica. Non cadiamo nel tranello di chi vuol far passare un concorso di bellezza per qualcosa di retrogrado e maschilista. Non ci dimentichiamo mai che l’Italia è turrita, è quella Grande Madre mediterranea simboleggiata dalla regalità e dalla bellezza delle nostre città. E se siamo il paese più bello del mondo è perché abbiamo le donne più belle, che con la loro bellezza illuminano questo lembo di terra che tutto il mondo ci invidia.

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1 commento

  1. Questo concorso è un rudere di una vecchia Italia sessista e volgare che ha fatto il suo tempo. I nostalgici di quel mondo si spegneranno ad uno ad uno come d’Annunzio nel suo sepolcro chiamato Vittoriale ed avranno illacrimata sepoltura.

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