Ma la scienza è libera o è al servizio delle lobby?

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“Nec spe, nec Metu”, “né con speranza né con timore”, “senza nutrire vane speranze ne provare inutili paure”. Così la marchesa di Mantova, la donna più potente di tutto il Rinascimento, Isabella D’Este affermava di voler condurre la propria vita, tutto il contrario di come noi oggi siamo governati dai nostri politici, soggiogati dal “timore” del virus, e la “speranza” riposta nel vaccino che ne sancisca la fine. È dunque straziante vedere come la politica non si serva, come invece vuol lasciarci apparire, di metodi logico-scientifici per superare l’epidemia, ma ci mostra come la conoscenza torni ad essere inficiata dal principio di autorità, e dalla pressione del potere. Proprio come accadeva fino al 1660, anno in cui nascono le prime accademie di scienza, come la Royal Society di Londra, e successivamente l’académie des sciences di Parigi e l’accademia delle scienze di Bologna del 1714, nei cui circoli intellettuali con l’avvento del periodo illuminista, furono escluse le ormai obsolete “meraviglie del mondo”(eventi naturali non spiegabili che suscitavano stupore ed incredulità), in quanto strumentalizzate per compiere abusi politici, dal potere spirituale e temporale che la chiesa esercitava sull’uomo.

È perciò ingenuo credere che oggi, in epoca moderna, non vi sia la medesima volontà di governare gli uomini con la stessa veemenza e lo stesso fine e cioè quello di preservare e consolidare un potere ancor più forte e alienante, base della “mutazione antropologica” dei popoli dell’occidente, il potere capitalistico.

Lo dimostra il fatto che immediatamente dopo la notizia del virus, lobby farmaceutiche, “signori della filantropia” come Bill Gates, si sono fatti avanti svolgendo un ruolo di primo piano nella ricerca di un vaccino, escludendo a priori altre soluzioni di cui scienziati non allineati discutono da ormai molti mesi, come era la cura attraverso il plasma degli immuni, o il totale disinteressamento da parte del governo dell’utilizzo degli anticorpi monoclonali, per curare i malati direttamente da casa. Una cura questa assai meno costosa rispetto ai costi di una vaccinazione di massa e non solo in termini economici, ma altresì di salute, che come abbiamo ben capito, si tratta di un vaccino sperimentale.

Continuando imperterriti a tenere in ostaggio la nostra libertà, fisica e morale, affamando un’intera nazione, togliendo uno dei diritti fondamentali sanciti dalla nostra costituzione: il lavoro.

È questo ciò che ha fatto il “progresso”, ha creato un mondo in cui persino la scienza è al servizio di interessi economici individuali, per i quali pure l’informazione, che nasce per garantire la libera espressione, è totalmente soggiogata al potere del capitale. al contrario di come la immaginava il filosofo inglese Francis Bacon, nel suo romanzo utopico “La nuova Atlantide”, in cui si trova nell’isola di Bensalem, una scienza al servizio dei bisogni e del benessere del popolo.

L’accrescimento intellettuale degli individui, è il solo e reale progresso! Come ci spiega il filosofo Diego Fusaro, i governi occidentali si nascondono sotto la cosiddetta “evidenza scientifica” per imporre una dittatura sanitaria, che ha come unico scopo la precarizzazione delle masse, depauperando la classe lavoratrice, distruggendo così tutto ciò che vada in contrasto con la globalizzazione.

La scienza appartiene alla democrazia, ed il confronto è il suo presupposto, il presupposto della ragione, ma di questi tempi non è ammessa controparte, ed è il pensiero dominante il solo a poter emergere. Il “clero giornalistico” è pronto ad etichettare nella categoria di “negazionismo”chi si oppone, come il noto critico d’arte nonché sindaco di Sutri Vittorio Sgarbi, il canale “Radio Radio”, la chiusura del canale Byoblu o il totale occultamento dai principali quotidiani nazionali, delle oceaniche manifestazioni contro il regime sanitario svoltesi in tutto il mondo.

La questione della razionalità e della ragione, nella nostra età moderna, non riguarda più come accadeva in epoca medievale, con i filosofi aristotelici nel XIII secolo o con Giordano Bruno all’alba del ‘600, la rivendicazione del libero pensiero contro il dogmatismo teologico della fede, perché ora si assiste ad una battaglia altrettanto aspra e sanguinosa, ma non tra due opposti (ragione e fede), ma all’interno della stessa ragione, quella di accaparrarsi l’egemonia della cosiddetta “verità scientifica”.

Diceva il grande filosofo di Rocken Friedrich Nietzsche: “La scienza moderna, non ha come fine l’uomo, bensì quello di eluderlo”.

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