Macché sinistra contro destra, ora il conflitto è presente contro futuro

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Jacques-Louis David, Il giuramento della Pallacorda, 1791, Musée Carnavalet, Paris, ph Massimo Monticelli via Flickr

Esiste una guerra invisibile che sotto gli occhi di tutti si sta consumando. È una guerra antica che nel tempo ha cambiato nome e campo di battaglia, un conflitto che apparentemente non versa sangue, che non si serve di armi fisiche né biologicamente letali, ma che sta distruggendo molto di più della semplice vita biologica. Non ha data di inizio né cause apparenti, ma che nel XXI secolo è diventata di portata mondiale e che chiama in causa ogni singolo stato, ogni singolo individuo, seppur inconsapevole. È invisibile ai molti per il semplice motivo che si sviluppa ad un certo livello, nel mondo culturale che solo i più svegli, attenti o con semplicemente certi tipi di studi possono riconoscere.

Un tempo, forse agli albori dei primi scontri, le due fazioni erano quella dei filosofi contro quella dei sofisti. Un primo confronto che avrebbe posto le basi per le rispettive future battaglie.

Da un lato i filosofi, amanti della conoscenza e della verità (ἀλήθεια), si ponevano come guardiani contro i sofisti, coloro che invece credevano nella impossibilità della conoscenza vera, contro la verità come esistenza universale. Ritenevano al contrario dei filosofi che la capacità di argomentare, di ragionare, di conoscere, di acculturarsi e di ben parlare (retorica) dovesse servire al personale tornaconto, per soldi o per potere. Erano, come Socrate, Platone e Aristotele dicevano “i prostituti della conoscenza”.

Questa divisione tra pionieri e custodi della verità da un lato e mercenari, distruttori di valori dall’altro si è evoluta ed è passata in moltissime forme dentro e fuori, sotto e sopra le vite delle persone.

Un’altra evoluzione che ebbe poi questa guerra di idee si ebbe con le crociate. Sebbene oggi si tende a semplificarle, storcerle e trasformarle in delirio di massa, in interesse economico da parte della Chiesa, in guerra medievale priva di valore (e valori), sono state invece la manifestazione empirica ed evidente di quello che a causa di questo scontro invisibile stava accadendo all’interno e all’esterno dell’Europa cristiana.

Andando avanti sulla linea del tempo incontriamo lo scontro, ancora culturale, tra illuminismo e romanticismo. Sebbene nel medioevo questa guerra aveva preso la forma dell’ideologia religiosa, nel XVIII secolo l’abbandona per tornare sul piano della razionalità, della scoperta e della conoscenza. Vediamo ad esempio Kant, impegnato contro il relativismo di Hume e poi ancora il relativismo di Nietzsche che cerca di distruggere la verità, i valori umani più alti, la morale.

Oggi si è ridicolizzato questo conflitto tanto antico quanto l’uomo, riducendolo a semplice “sinistra contro destra”, ma che richiede uno sguardo più saggio ed un approfondimento molto più intenso.

Due colossi, due ideali, due divinità che si scontrano tra loro: da un lato la morale, dall’altro il relativismo; da un lato i difensori dell’identità dei valori umani come l’amore, l’onore, l’onestà, il futuro e l’umanità come specie e non come ammasso informe di individui; dall’altro lato nella fazione dei relativisti ci sono coloro che desidererebbero l’abbattimento di ogni tipo di identità, il globalismo, l’omologazione, il libertinaggio, la liberazione da ogni tipo e forma di responsabilità, gli edonisti, quegli uomini che ritengono di maggior valore il proprio presente che non il futuro dei propri figli.

Seguaci del presente o seguaci del futuro. Questa guerra ancora troppo grande per essere riassunta ed espressa tutta in così poche parole ci chiama tutti a prendere una posizione, seppur inconsapevole, in una schiera o nell’altra. Qui non c’è via di mezzo, non c’è grigio, non c’è possibilità di uscita o di congedo. Tutti siamo chiamati e costretti a partecipare a questa guerra, col nostro quotidiano e col nostro straordinario, ma che andrebbe perlomeno insegnata e svelata a tutti, perché ormai non si può più celare nell’ombra, perché per essere veramente liberi, bisogna conoscere!

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