La macchina del fango non funziona con Petrecca

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Ci sono giornali che hanno più giornalisti che lettori. Più pagine che copie vendute. Più coraggio che anima. Piacciono alla gente che piace. Un po’ meno ai lettori. Spesso nemmeno comunicano i dati ADS. Sia mai che si scopra chi sono i dodici impavidi lettori che spendono soldi per acquistarlo in edicola oppure on line. Ne va della loro privacy. Che tromboneggiano di competitività e libero mercato ma che senza sussidi pubblici non raccatterebbero il desinare con la cena. Giornali che hanno avuto l’ardire di attaccare a testa bassa un professionista come Paolo Petrecca direttore di RAI News 24.

La tecnica è quella collaudata che Rino Formica descriveva più o meno così: metti la merda dentro il ventilatore. Accendi. E ti godi lo spettacolo. Petrecca sarebbe reo di essersi macchiato di due colpe indelebili. La prima sarebbe quella di non aver “coperto” adeguatamente l’evento delle elezioni francesi la sera di domenica 7 luglio. La seconda, collegata alla prima, sarebbe quella di aver partecipato al Festival delle Città identitarie organizzato da CulturaIdentità e che si teneva quest’anno a Pomezia. Un evento da “strapaese” tipo la sagra del “cunigliolo fritto”, parrebbe di capire secondo le loro ricostruzioni.

Ora proviamo a fare chiarezza. Rai News 24, lo dice il nome, è un canale All News. Solo notizie. Punto. Avete presente no? Accendi la tv, metti sul canale 48 del digitale terrestre, vedi ed ascolti le notizie. Non è difficile da spiegare. Le notizie vanno a nastro. Accade che dopo quindici minuti circa tu possa ascoltare le notizie di un quarto d’ora prima perché magari in quel lasso di tempo non ci sono state le cosiddette breaking news. Il rullo delle notizie viene comunque sistematicamente aggiornato. Come era appunto il caso di domenica 7 luglio dal momento che i risultati delle elezioni si aggiornavano a spoglio in corso. RAI news, una tv di servizio vera e propria. Puoi tenerla anche senza volume, come spesso si vede negli uffici o nelle sale d’attesa se vi sono televisori accesi. Le notizie scorrono pure sottopancia. Le leggi invece di ascoltarle.

Il peccato di Petrecca sarebbe quello di non aver organizzato quello che una rete All News non può, anzi non deve, per definizione, assolutamente fare. Organizzare gli specialoni alla Mentana dove gli ospiti parlano, parlano, parlano, parlano, parlano. La TV All news deve dare le notizie. Stop. Mirare all’essenziale. Tocca alle TV generaliste organizzare le maratone televisive se queste rientrano nella loro linea editoriale. Non è così difficile da capire. Ci possono arrivare tutti. Pure gli specialisti di libero mercato specializzati a non fare fatturato. Fatta questa premessa doverosa viene da chiedersi se Rai News 24 abbia coperto e come l’evento delle elezioni francesi. E soprattutto se lo ha fatto privilegiando l’evento “strapaese” di CulturaIdentità.

Le accuse lanciate dal CdR di Rai News 24 e dall’Usigrai, sono state riprese modello copia incolla da molti giornali sinistrati. L’apertura dedicata al Festival delle Città Identitarie di Pomezia dal TG di Rai News 24 di domenica 7 alle ore 22 avrebbe nientemeno che “oscurato” la notizia principale dell’ultim’ora: il risultato delle elezioni francesi. Una cazzata sesquipedale. Direi addirittura cosmica. Basta guardare i dati: la RAI certifica che il totale dei minuti dedicati RAI news alle elezioni francesi, dalle ore 18,00 del 7 luglio alle ore 6,00 dell’8 luglio, sono stati ben 321, ossia cinque ore e ventun minuti, su 720 di programmazione. Quasi il 50%. Se stavi cioè collegato su RAI news per un quarto d’ora, per circa sette avresti avuto notizie delle elezioni in Francia. I passaggi sul Festival delle Città Identitarie di Pomezia sono stati in tutto 18 minuti, di cui 7 a ridosso della notizia principale, ossia l’intervista del direttore e patron del Festival Edoardo Sylos Labini a Carlo Verdone (non proprio uno di passaggio) sul mito di Sergio Leone. Uno ancora meno di passaggio. Verrebbe da pensare che questi signori non sappiano chi siano Carlo Verdone e Sergio Leone. Cosa che, allo stato dei fatti, non mi sento personalmente di escludere.

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