Mauro Cascio, quando leggere diventa pregare

0

Diciamolo subito e senza tanti giri di parole: Mauro Cascio è un autore che va scoperto assolutamente. Una miscela assolutamente originale, di cose che oggi nemmeno si trovano più. Una cultura filosofica di primissimo ordine, una prosa elegante, incisiva, efficace, una carrellata di temi, argomenti, proposte, come una giostra, cose che non appartengono a Cascio o alla filosofia ma a tutti noi. È la bellezza della vita, in fondo, con le sue contraddizioni. Solo che poi la bellezza della vita ha bisogno di cantori e Cascio è un cantore che affascina e incanta, ma non mette pace. Inquieta, piuttosto. Perché le sue non sono risposte certe e definite. Le sue sono domande.

E anche il suo ultimo libro, Dove sei? è una domanda. Anzi. Nemmeno ‘una’ domanda. È ‘la’ domanda. La domanda che Dio pone all’uomo nel Paradiso terrestre, mica una domanda da nulla. Adamo ha appena trasgredito. Quella domanda lo coglie in fallo. È in difficoltà. Conosce la sua nudità. Si è nascosto per questo. Dove sei? è una domanda dalle tante risposte. E Mauro Cascio in questo ‘disegno melodico’ riesce per la prima volta a costruire un saggio non con le risposte, come tutti i saggi, ma a partire dalle domande. Perché è come se Dio stesso ci indagasse i cuori, come se Dio stesso ci chiedesse in ogni istante della nostra vita: Dove sei? Cioè: dove siamo nel nostro percorso di comprensione, dove siamo nella definizione del nostro senso. Ovvero: a che punto del nostro cammino siamo?

Leggere diventa come pregare. Una preghiera laica. Il filosofo serve a questo, a dare parole alle nostre. Le suggerisce. E così si riflette. E si ride. Perché c’è una leggerezza quando Cascio affronta la serietà delle cose che è forse il sapore che rimane di più, a lettura terminata. Ti lascia quel certo non so che che ti obbliga quasi a consigliare i libro a parenti e amici. Quello che io ho tentato di fare qui.