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“Chi non conosce verità è sciocco ma chi, pur conoscendola, la chiama menzogna, è un criminale”. Oggi oltre quattro secoli fa nasceva un personaggio che avrebbe rivoluzionato il mondo della filosofia e della scienza, uno studioso la cui opera è straordinariamente attuale non solo per il contenuto ma per ciò che rappresenta, per gli input che ancora offre, per gli spunti di riflessione.
Con Galileo Galilei (Pisa, 15 febbraio 1564 – Arcetri, 8 gennaio 1642) nascevano il metodo e la scienza moderna che collega tutto ciò che è esperibile con la libertà di interpretazione, la prima scienza che metteva in discussione la logica aristotelica. Non più il valore della auctoritas a qualsiasi livello ma la consapevolezza di andare oltre un becero tradizionalismo che è palude stagnante della mente.
Galileo Galilei è ancora il simbolo del punto di svolta, dell’osservazione dimostrata e dimostrabile con la sperimentazione. Il fine era ampliare le conoscenze della scienza, inaugurare una nuova cultura, un nuovo sapere. La straordinarietà di questa mente illuminata è la passione, la perseveranza in uno studio paziente ma soprattutto una verità che non è mai immutabile, non è mai dogmatica ma è sempre un “fino a prova contraria”.
Sono passati oltre 400 anni e Galileo Galilei ancora riesce ad insegnarci che non ci si può chiamare vincitori se si sovrasta il prossimo con la forza della voce, con l’alterigia della presunzione. Ciò che conta sono i fatti, i ragionamenti che ci regalano risultati insostituibili come fondamento di democrazia per migliorare la qualità della vita propria e altrui. “ Dietro ogni problema c’è un’opportunità” ma non esistono opportunità e progresso senza arricchimento e diffusione della cultura. Lasciare il popolo nell’ignoranza è un’arma subdola per garantire l’immobilismo sociale e imporre un modello unico snaturando la lingua madre, azzerando la cultura di secoli di storia. Ce l’ha insegnato Galileo: accademico della crusca, musicista, filosofo, testardo matematico, primo dei contemporanei.
