Quella notte all’idroscalo – ultima parte

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Pasolini

Pier Paolo Pasolini è ormai morto, ma il clamore intorno al suo nome è appena cominciato e procede incessante. Il fatto giudiziario prevale sull’analisi artistica dello scrittore, del poeta e del regista. ma è pubblicità negativa. I giudizi morali, pesantissimi, guidano l’analisi dei fatti, mentre viene divulgata da Pino Pelosi la versione studiata dell’omicidio occasionale in difesa da un tentativo di violenza sessuale: una sorta di legittima reazione per proteggersi dall’assalto di un maniaco sessuale infoiato. Nessuno ancora conosce i fatti e tutti credono alle immagini ed alla mendace ricostruzione che di essi si dà. Vengono ripescate dalla memoria giudiziaria e di archivio giornalistico i numerosi (e spesso fantasiosi) precedenti di Pasolini. Il settimanale di destra “Il Borghese” è in prima fila. E tutto si sposa magnificamente per avvalorare ciò che si divulgando, perché la pruderie borghese, che il poeta tanto disprezzava, non ha alcun bisogno di sforzo per sostenere la tesi di Pelosi. Costui, al contrario del suo antagonista, merita ogni rispetto, perché rappresenta la parte debole sociale, corrotta dallo strapotere economico di un finto amico dei proletari che avvicina solo per soddisfare le sue voglie intime a pagamento e per questo ancor più esecrabile. L’Italia si spacca in due: ma non in modo paritario; da una parte, esigua, gli amici e gli intellettuali che cercano di difendere la sua memoria, valorizzando al massimo l’opera da lui compiuta fino a quel momento, quasi a cercare un salvacondotto che garantisca l’integrità di un giudizio benevolo e sereno. Il più esposto in questo senso, è Alberto Moravia, di cui diventa celebre l’orazione funebre pronunciata al funerale ( “ …abbiamo perso un poeta e di poeti ne nascono 2 o 3 in un secolo”) e gli fa eco Eduardo De Filippo con una impostazione similare. Ma fuori, persino in piazza, è una battaglia furibonda, guidata da elementi di destra reazionaria, sapientemente spalleggiati da occulti interessati, che gridano alla scandalo. Pasolini è un intellettuale di sinistra a cui tutto era permesso in nome di una sapienza asservita al Male, e che aveva prodotto solo films inguardabili ed oscenamente brutti. Ma anche a sinistra le cose non vanno meglio. Pier Paolo, iscritto al PCI negli anni 50, ne era stato espulso per indegnità dopo le denunce di un genitore di un suo alunno a Casarsa ed anche dopo, quando la necessità del fronte comunista di imbarcare studiosi di spessore per far valere una superiorità intellettuale specialmente nel Cinema, aveva deciso di far a meno di lui. Pasolini era un intellettuale scomodo non indentificato ed identificabile con una dottrina comune a tutti gli scritti. Negli scontri tra Polizia e studenti universitari aveva preso posizione per le forze dell’Ordine, generalmente giudicate come nemici del Popolo; altrettanto non gradite erano state le posizioni prese sull’aborto e sulle case chiuse, ma soprattutto gravava minacciosa l’ombra dell’assassinio di suo fratello Guido, partigiano della Osoppo, ucciso barbaramente dai partigiani della Brigata Garibaldi in quel Friuli dove difendere l’italianità di quei territori era considerato un atto di nazionalismo da condannare. Tra coloro che erano i suoi stretti collaboratori il dolore della perdita si trasforma in un muto riserbo, oggettivamente non condivisibile che, come abbiamo detto, per i fratelli Citti si tradurrà in importanti rivelazioni solo trent’anni dopo. Indicativa sarà anche la dichiarazione della cugina Graziella, la quale, nell’immediatezza dei fatti, dichiara di aver ricevuto una telefonata dai Carabinieri del Tiburtino che hanno ritrovato la GT del regista vicino la roulotte di Johnny Lo Zingaro nelle prime ore del 2 novembre; incompatibile con la versione del verbale dei Carabinieri di aver fermato la vettura sul lungomare di Ostia con Pelosi alla guida, contromano, quindi molti kilometri distante. Il resto rimane nella capziosa indagine di coraggiosi giornalisti di inchiesta, di avvocati intraprendenti e di cineasti che produrranno una serie di films, aggiungendo ogni volta un tassello per scoprire la verità. Tra queste attività, spero trovi pregio anche questo lavoro teatrale e stimoli il lettore a saperne di più.

 personaggi

UNO ufficiale superiore dei Servizi

DUE agente dei Servizi

BIONDINO, ragazzo malavitoso

PELOSINO, ragazzo di vita

BRACIOLA, ragazzo di vita

TONINO, meccanico

  5 novembre 1975

Retro di un bar nei pressi di Setteville di Guidonia

La musica smette. Le luci si riaccendono. Luci soffuse. Sullo sfondo l’immagine di un bar a Guidonia. Sempre un tavolino e due sedie. Biondino e Due.

BIONDINO: State a fa’ i furbi…

DUE: Nessuna furbizia. Tutto come previsto.

BIONDINO: Sto cazzo! Ho saputo che in maghina c’hanno trovato ‘n plantare…

DUE: E allora..?

BIONDINO: Il plantare è mio. Chi ce l’ha messo?

DUE: L’avrai perso tu, nella concitazione…

BIONDINO: Oh, cerca de nun pijamme per culo, per piacere! Che me vado a perde’ ‘n plantare? Me ne sarei accorto, no?

DUE: Può succedere.

BIONDINO: Pe’ perde’ ‘n plantare, bisogna che me se leva ‘a scarpa. E a me nun me s’è levato gnente quella sera.

DUE: Tu, che vuoi?

BIONDINO: Vorei capi’ che gioco state a gioca’?

DUE. Nessun gioco.

BIONDINO: Pelosino ha detto che s’è perso un anello quella sera. Era er mio.

DUE: Che ne sai?

BIONDINO: Senti, a stronzo, tu, a me, per culo nun me ce pijj. Quello ha detto ch’era ‘n anello dell’ Esercito Americano. Io l’avevo prestato a te. N’ do’ sta?

DUE: Ci serviva una prova che Pelosino fosse lì, quella sera.

Pausa

BIONDINO: Me volete incastra’?

DUE: Meglio stare sicuri. Così ti teniamo dalla parte nostra.

BIONDINO: Tacci vostra. Mai fidasse de ‘na guardia…

DUE: Senti, oh…Noi le cose le facciamo per bene e aggiustiamo tutto quello che è storto. Tu piuttosto. Ti avevo detto di far sparire il GT del regista. Perché non lo hai fatto?

BIONDINO: C’avrei pensato er giorno dopo. Ero stanco, si permetti. So’ ito a dormi’ ch’ereno le quattro…

DUE: Bello stronzo! E mentre tu dormivi una pattuglia nostra ha segnalato la macchina vicino alla tua roulotte e hanno telefonato a casa del regista. Abbiamo dovuto fare i salti mortali per far sparire il verbale.

BIONDINO: Che cazzo ne so io, che ve sete inventati che avete preso Pelosino mentre guidava er GT der frocio contromano sur lungomare de Ostia? Poi…contromano… ma n’è credibile…

DUE: Biondo, se facciamo tutto bene, ne usciamo velocemente.

BIONDINO: Troppi casini. E si Pelosino, comincia a parla’?

DUE: Pelosino fa quello che gli diciamo noi. Gli conviene.

BIONDINO: E i Braciola? E Tonino?

DUE: Dei Braciola e di Tonino, nessuno sa niente. Neanche che esistono. Pelosino ha l’ordine di dire che era solo quella sera e farà solo quello che gli è stato detto.

BIONDINO: Si ve fidate, state messi male… E poi i Braciola… so’ du tossici, che pe’ ‘no sputo de robba darebbero via er culo…sai quanto ce metteno a raccontallo ‘n giro?

DUE: Ma ancora non hai capito come agiamo? Noi possiamo fare tutto e il suo contrario. Possiamo modificare i rapporti, possiamo far sparire documenti… e possiamo far sparire anche le persone. I Braciola sono controllati a vista.

BIONDINO: E quer cagasotto de Tonino?

Compare Tonino

TONINO: Sto qui.

DUE: La macchina tua l’hai riparata?

TONINO: L’ho portata oggi. Nun se trovava ‘na carozzeria disposta a riparalla. M’hanno fatto un zacco de storie. Alla fine ho convinto ‘n amico che n’ faceva troppe domande.

BIONDINO: Magari si cacciavi ‘n po de grano…

TONINO: N’era questione de grano. E’ che davanti, dove sei annato a sbatte’, c’ereno macchie de sangue e pure capelli e pezzi der frocio…M’hanno cominciato a fa’ domande.

BIONDINO: Ma che stai a di’?

TONINO: E’ così…

DUE: Magari la facevi lavare, prima….

TONINO: Vabbe’ mo ho trovato ‘a carozzeria de Luciano, ‘n amico mio e dopodomani me la ridanno tutta nova, pulita e scintillante. Così amo cancellato ogni traccia.

DUE: Ecco il passaporto. ( e glielo consegna)

TONINO: ( Aprendolo e leggendo il nuovo nome) Mmazza che nome… Uno mejo n’ ce l’avevate?

BIONDINO: Ma che te frega der nome…

DUE: Stacci attento con questo passaporto. Lo puoi usare solo se te ne vai all’estero, ma in un paese lontano…

TONINO: Sto a vede’. Me ne vorei anna’ ‘n Brasile. Specie mo’ che m’hanno fatto problemi co’ la maghina ammaccata. Nun vorei che se spargessero e voci e me mettono in mezzo pe’ quello che amo fatto.

BIONDINO: Amo? Ho, fatto.

TONINO: La maghina era la mia.

DUE: I soldi te li abbiamo dati. Decidi tu. Per me è meglio se sparisci.

TONINO: In Brasile me rifaccio ‘na vita…

BIONDINO: Io n’ce penzerei du’ vorte…Je dai un ber biscotto a tutti quelli che te stanno a chiede’ sordi, così s’ ‘a vanno a pija’ ‘n der culo.

TONINO: Mortacci loro. Giusto pe’ mi madre.  Me dispiace, si me ne vado via. Poi n’arivedo più.

DUE: Sono scelte difficili, Tonino. Noi abbiamo fatto la parte nostra. Tu devi fare la tua. Il nostro contatto finisce qui. Dai retta a me. Sparisci. Subito. Questa non è aria buona per te.

Buio. Musica. Compare una scritta

15 febbraio 1976

Carcere minorile di Casal del Marmo

In scena Uno e Due. Due sedie e un tavolino. La musica si spegne

UNO: Certo che questi sono veramente scemi…

DUE: Uno dei nostri si è infiltrato ed è venuto in contatto coi due fratelli.

UNO: Da chi è partito l’ordine di infiltrarsi?

DUE: Non lo so. Un’iniziativa della stazione.

UNO: Ma Cristo! E’ possibile che non veniamo mai avvertiti, prima che le cose succedono?

DUE: Può darsi che fosse impegnato in una azione preventiva ed abbia scoperto tutto per caso.

UNO: Nel nostro lavoro, le cose non accadono – mai – per caso…

DUE: Va bene. Ora ci parliamo e vediamo.

UNO: Il fratello è troppo piccolo. Per legge non è imputabile. Lo devono rilasciare immediatamente.

DUE: Lo hanno liberato, poco fa. Gli ho messo addosso un paio dei nostri. Il problema è il maggiore.

UNO: Ho letto il verbale di arresto e ho parlato col carabiniere.

DUE: Questi stronzi fanno i casini e a noi tocca ripararli.

Entra Braciola

BRACIOLA: ( rivolto a Due ) Anvedi chi se vede…

DUE: ( si alza e gli fa posto ) Siediti.

Braciola si siede

Che gli hai detto al carabiniere?

BRACIOLA: Che ne sapevo io, ch’er ‘n caramba?

UNO: Che gli hai detto?

BRACIOLA: ( rivolto a Due, indicando Uno ) E questo chi è?

DUE: Rispondi e zitto.

BRACIOLA: Quanno ce tirate fori?

UNO: Tuo fratello sta già a casa.

BRACIOLA: E io, quann’esco?

UNO: Quando lo capisci che devi stare zitto e non parli più a sproposito.

BRACIOLA: Aoh, ma ‘n finale, ch’ho detto?

UNO: Niente. Solo che eri stato tu ad ammazzare il regista. A un carabiniere…Pensa te…

BRACIOLA: Ma… intanto è ‘na bucia. Nun ho ammazzato nessuno…

UNO: Io lo so. Lo sappiamo tutti. Ma chi glielo va a spiegare, adesso?

BRACIOLA: …E’ che quello cercava quarcuno pe’ fa’ ‘no sgobbo. Voleva gente svejia. Me so proposto, io e mi fratello. M’ ha detto ch’eravamo du’ pischelli e ‘nvece lui cercava omini co le palle. Io j’ho raccontato der frocio, pe’ famme bello.

DUE: Che stronzo…

BRACIOLA: ( alzandosi ) Oh, io ve manno a fanculo a tutt’ e due!

DUE: ( rimettendolo seduto con una brusca manata ) Stai seduto e rispondi con calma alle domande.

UNO: Stammi a sentire bene. Tu adesso ti metti a rapporto. E dici che ti sei inventato tutto perché lo sapevi che quello era un carabiniere e del regista morto glielo hai detto apposta per prenderlo per il culo. E’ chiaro.

BRACIOLA: Sì, ma…

UNO: ( alzando la voce ) E’ chiaro??

BRACIOLA: ( intimorito ) Me fate usci da qui?

DUE: Se te la pianti di dire cazzate in giro…

BRACIOLA: Vabbe’…

UNO: Vattene. E mettiti a rapporto subito.

Buio. Musica. Sullo sfondo appaiono delle scritte.

Braciola è uscito pochi giorno dopo

Foto di Braciola

Ed è morto, come suo fratello, qualche anno più tardi, per una provvidenziale overdose

Tonino ha fatto perdere le sue tracce

Foto di Tonino

esattamente il giorno che hanno arrestato i fratelli Braciola

Pelosino è stato condannato come unico colpevole

Foto di Pelosino

Ha sostenuto fino al processo in Cassazione, che quella sera era da solo

Il Biondino non è mai figurato nell’inchiesta

Foto del Biondino, ma di spalle

Nessuno lo ha disturbato

Il capitolo del manoscritto, dove si parlava della morte di Mattei non è stato mai trovato

Foto del mare. Il sottofondo musicale resta. Ancora una scritta


Solo l’amare, solo il conoscere
conta,

non l’aver amato, non l’aver conosciuto.  

                                                                                   (P. P. Pasolini)

Buio. Sullo sfondo compare la scritta

Quella notte all’Idroscalo, è solo morto un frocio

Buio. Musica

Fine

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