Fine anno, tradizionalmente tempo di bilanci. Anche la Rai non sfugge alla consuetudine ed il bicchiere è decisamente mezzo pieno, nonostante un 2023, aperto con il discusso Sanremo contrassegnato dalle bravate di Fedez e compagni, raccontato a tinte fosche da quando, nel maggio scorso, è cambiata la governance.
Il fastidiosissimo neologismo Tele Meloni ha offuscato una realtà quotidiana fatta di lavoro, impegno e, come vedremo a breve, risultati. Perché sono loro, com’è giusto che sia, l’unica cartina di tornasole legittimata per conoscere lo stato di salute di un’azienda e la Rai gode incontrovertibilmente di ottima salute, confermandosi leader di ascolti.
Le 3 reti generaliste vincono nettamente la sfida con il principale competitor, totalizzando sull’intera giornata, il 30.4% share a fronte di 26.3%, mentre sul prime time la percentuale è 31.8% contro 26.5%.
“Lo scopo del servizio pubblico – ha commentato una nota dell’azienda – è quello di parlare a tutti; quindi, non sempre l’obiettivo è quello di ottenere la miglior performance di ascolto, ma spesso lo è anche quello di mettere a disposizione generi di visione di nicchia per soddisfare le esigenze di piccoli target di visione (ad esempio i canali cultura o i programmi culturali in senso ampio).
Ciò nonostante, se stilassimo una graduatoria dei top 25 programmi visti a ieri (al netto delle duplicazioni, es. Sanremo conta 1), Rai Uno vince 19 volte 6 di Mediaset). Se andassimo ad analizzare i dati su target focus e non sulla totalità della popolazione ci renderemmo conto che le performance Rai vs il principale competitor sarebbero decisamente schiaccianti sui target realmente attivi commercialmente, istruiti con buona capacità di spesa, dove il gap raggiunge ben oltre 10 punti percentuali, ma non è questo l’obiettivo del servizio pubblico”.
Nel dettaglio RAI 1 è la rete più vista sul totale individui, sia sull’intera giornata con il 18.3% share in continua crescita rispetto agli ultimi 5 anni (+2 pt. vs. 2019), sia sul prime time con il 20.4% share (+1.8 pt. vs. 2019). Il distacco su Canale 5 è di 1.7 pt intera giornata, e di ben +4.4 punti sulla prima serata.
RAI 2 si conferma nell’intera giornata la quarta rete più vista (dopo Rai1, Canale 5 e Rai3), con il 5.2% share sul totale individui.
RAI 3, terza rete più vista sul totale individui, stabile con il 6.8% share intera giornata, continua a crescere sul target laureati, con il 9.6% share intera giornata, e l’8,4% share in prime time.
Da Viale Mazzini si sottolinea l’importanza di Viva Rai 2, ATP Finals di Torino, Coppa Davis, Eurovision Song Contest e le innumerevoli fiction di servizio pubblico o di grande successo “che hanno come obiettivo quello di narrare la storia del nostro Paese, le partite degli “azzurri” di qualunque disciplina sportiva (Rai casa delle Nazionali italiane)”.
Al settimo piano si sorride anche per i dati che provengono dagli ascolti digital (TV connesse, Pc, device mobili), in crescita per il terzo anno consecutivo.
Dal 2020, primo anno completo dall’inizio della rilevazione Auditel Online, Rai ha registrato un aumento pari al 130% del consumo. Nell’ultimo anno in particolare, il consumo dei contenuti sulle piattaforme Rai è cresciuto del 26% in termini di Totale Tempo Speso e del 18% in termini di video visti vs 2022.
Rai con il 50% del consumo totale, è primo editore italiano per i consumi non lineari di durata maggiore a 30 minuti in modalità on demand (contenuti “long form”): quasi 400 milioni di ore di visione, confermandosi leader per ascolto di contenuti di qualità. La fiction Rai si conferma il genere editoriale più fruito con quasi il 60% del consumo on demand Rai.
Anche in questo caso viene citato come esempio virtuoso il fenomeno dell’anno, “Mare Fuori”, che ha totalizzato solo online 52 milioni di ore viste e 118 milioni di visualizzazioni.