Scegliete come farvi male, ma la Raggi ancora sindaco no

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Scegliete come farvi male, ma la Raggi ancora sindaco no
Livioandronico2013 / CC BY-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)

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Poi si lamentano che nessuno li compra più. Ma quando si sostengono certe tesi verrebbe da dire che il calo di vendite se lo meritano tutto. E’ il caso del Corriere della Sera e di Paolo Mieli, che in lungo articolo di fondo ha auspicato, citando lo storico Marco Revelli (recentemente intervenuto sul Fatto di Marco Travaglio) che “il Partito Democratico prenda in considerazione la conferma a Roma di Virginia Raggi, perché è giunta l’ora di dare all’unione tra il suo partito e il Movimento Cinque Stelle una prospettiva di lungo respiro”.

Mamma mia, che ideona questa di uno dei giornaloni di regime. Uno schiaffo vero e proprio alla Capitale e ai romani. In questi giorni nonostante l’assenza di turisti, uffici chiusi e un caldo che impedisce quasi la circolazione, Roma è talmente sporca, ma così sporca, che chi l’amministra (e chi ha smesso di criticare chi amministra) dovrebbe o cambiare mestiere o restituire i soldi della Tari ai cittadini. La ‘Città eterna’ è una città che va liberata al più presto, altro che riconsegnata nelle mani di chi, impreparato, arrogante, incapace, saccente, la sta devastando impietosamente.

Il problema non è l’alleanza fra Pd e 5S (ognuno può scegliere di farsi del male come vuole), ma la persona dell’attuale Sindaco: riproporla alla guida del Campidoglio per un mandato bis significa non avere alcun rispetto di chi abita nella Capitale e di quello che è successo in questi anni di giunta grillina. Uno scempio dalle proporzioni gigantesche e inimmaginabili, persino negli incubi peggiori. Quattro anni di un delirio di slogan, hashtag, mezze verità, inesattezze, e balle complete: dalle “strade nuovi ai lavori fatti bene”, il trionfo delle chiacchere e del nulla. Un disastro sulle macerie di una città che sprofonda sempre di più nel traffico, nella sporcizia, nel disordine, nell’inefficienza, nel degrado, nella solita logica nepotistica, nel caos. Caro Mieli, in questo caso non c’è davvero ragionamento politico che tenga, se tanto lo desidera, la Raggi se la nomini lei come amministratore del suo condominio, e lasci Roma libera di scegliersi un futuro migliore.

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