Se il rito di Sanremo si ripete è viva la nostra identità

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La scenografia di Sanremo 2025

Un rito tutto italiano oggi si ripete per la settantacinquesima volta: il Festival della canzone di Sanremo. Non fate gli snob, piaccia o meno, Sanremo è un pezzo dell’identità del nostro paese che passa attraverso canzoni che hanno fatto la storia d’Italia.  Che poi il primo a pensare che la musica potesse essere un collante per una nazione, che in realtà ancora non esisteva, fu Giuseppe Mazzini. Il padre del Risorgimento, esperto chitarrista, infatti nel 1836 aveva scritto un trattato La filosofia della Musica, Dio e Popolo convinto che in un paese come l’Italia fondamentalmente fatto di analfabeti, uno degli elementi che unificano il popolo potesse essere la musica. Certo era l’età del melodramma c’erano Bellini, Rossini, Donizetti, Verdi non Achille Lauro o Fedez ma ogni epoca costruisce o demolisce i propri idoli.

Il Festival di Sanremo scandisce come un calendario (inesorabile) la vita di noi italiani. Ci ricordiamo di quella finale a casa di amici o di quell’altra che eravamo febbricitanti sul divano o di quella ancora in cui perentoriamente gridavamo “ma figurati se io guardo Sanremo”. Eppure oltre ad essere patrimonio della Rai è il racconto di una nazione. Dalla mitica prima edizione del 1951, con Nilla Pizzi e Adelmo Togliani (anche quest’anno ingiustamente snobbato), racconta il mutamento del costume della nostra bella penisola: dal café-chantant del debutto fino alle luminose neo-futuriste di Marco Lodola che ti accolgono oggi all’ingresso dell’Ariston.

Sanremo è un pezzo dell’immaginario italiano nel mondo per questo la Rai ha costruito un evento capace di coinvolgere più generazioni grazie anche ad altre piattaforme come ad esempio Rai Play o RaiNews24. Durante questa settimana come da tradizione si fermerà il Paese, e siamo tutti in attesa di scoprire quale sarà il ritornello che canteremo durante tutto l’anno. L’italiano da sempre se la canta e se la suona, non ce ne dobbiamo vergognare, perché il canto come il ballo è un rito liberatorio e noi siamo un popolo che più di ogni altro sa camminare in bilico sui crepacci di un pentagramma per trasformarlo in poesia. Buon Festival di Sanremo a tutti dai salottini con la puzzetta sotto il naso alle bettole, dalla casa della premier a quelle delle famiglie allargate. Se il rito si ripete è ancora viva la nostra identità.

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