Senza più bavaglio, un gesto dannunziano

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Alfredo Gauro Ambrosi, Volo su Vienna, 1933, Facebook

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Mentre nel mondo la furia iconoclasta abbatte le statue, simboli identitari della storia millenaria dei popoli e qualche figlio di papà di un collettivo studentesco nostrano o di un centro sociale antifà cerca di emulare quel gesto folle e idiota, a Roma va in scena, oggi, a piazza del Popolo, l’ennesima manifestazione col bavaglio che non farà nessun rumore.

Dopo le proteste di Giorgia Meloni in una piazza di 14000 metri quadri, ci potranno essere solo 4200 persone a gridare il proprio dissenso contro questo Governo Nemico del Popolo italiano. Recentemente nella stessa piazza oltre seimila inginocchiati (all’alta finanza) si erano assembrati senza nessun distanziamento per ricordare la morte di George Floyd. E’ vero tutti i media mainstream sono pronti a fare titoloni e a strumentalizzare la manifestazione accusando i leader di destra-centro di essere degli incoscienti untori, ma in questo vecchio trucco ormai non ci casca più nessuno.

E allora o si riempiono le piazze con milioni di persone e si fa una vera pressione contro questi signori incollati alle poltrone, oppure ci vuole un’azione provocatoria, forte, simbolica: dannunziana. Tipo una Beffa di Buccari, un volo su Vienna, mi accontenterei anche di un pitale sul Parlamento alla Guido Keller. Proprio l’eroico pilota della Grande Guerra, protagonista cento fa anni della straordinaria Impresa di Fiume con il Vate e suoi Legionari, scaricò su Montecitorio dal suo piccolo aereo un pitale di rape e carote con una dedica speciale: “Al Governo che si regge con la menzogna e la paura, la tangibilità allegorica del suo valore”. Adesso non possiamo paragonare Cagoia Nitti a Conte e suoi grillini: offenderemmo il primo che riposa in pace e che non ha certo lasciato un grande esempio a noi italiani. Dovremmo trovare anche uomini col coraggio di d’Annunzio e di Keller o forse più semplicemente dovremmo darci una svegliata. Non è più accettabile che nel nostro Paese la democrazia sia sospesa in questo modo e che una casta, non votata dal popolo, decida chi e come può fare le cose.

Allora meglio colorare la Fontana di Trevi di rosso, come fece qualche anno fa, senza arrecare danno al monumento, il neo-futurista Graziano Cecchini. Meglio incellophanare da fuori tutto il Parlamento con una mega scritta: Qui non si fa l’Italia. Dobbiamo riprenderci la nostra sovranità in un modo o in un altro, non possiamo più farli giocare al Grande Fratello con la nostra libertà. E’ ora che le idee diventino azioni.

2 Commenti

  1. La Destra parlamentare italiana è ormai assuefatta, se non addirittura complice, all’atteggiamento smidollato di questo governo.
    Non possiamo certo aspettarci da Meloni o Salvini un gesto dannunziano. 🇮🇹

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