Pene esemplari per le bestie che hanno stuprato una ragazzina di 13 anni a Catania

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La Fontana dell'Elefante e il Palazzo dei Chierici in Piazza Duomo a Catania - Foto Luca Aless CC 4.0 sa by

Violentata a 13 anni, diceva poco prima del mostruoso fatto: «Vi imploro, vi supplico, non mi fate del male, lasciatemi andare…». Sono state queste le parole con le quali la ragazzina, stuprata il 30 gennaio scorso intorno alle 19.30 nei bagni pubblici della Villa Bellini di Catania, ha tentato di dissuadere il branco di sette egiziani, tre dei quali minorenni.

Lo stupro è stato messo in atto da due componenti del gruppo sotto occhi del fidanzato diciassettenne della ragazzina, che è stato tenuto fermo dagli altri cinque ragazzi.

I due stavano passeggiando nel parco della Villa, quando ad un certo punto il gruppo di stranieri, tutti egiziani, li avrebbe seguiti e circondati, per poi costringerli ad entrare nel bagno. “Prima hanno iniziato a toccarmi, io gli dicevo di lasciarmi stare, anche il mio fidanzato che ha 17 anni gliel’ha detto non so quante volte – ha raccontato lei – Allora abbiamo provato ad allontanarci, ma quelli ci hanno afferrato”. A quel punto sarebbe iniziata la tragedia: alcuni tenevano fermo il ragazzo mentre in due violentavano a turno la giovane.

Mezz’ora di incubo e orrore. “Costringevano a guardare pure il mio fidanzato. Lui urlava, si disperava. Io ho detto: “Vi imploro, vi supplico, non mi fate del male, lasciatemi andare’”. Solo un momento di distrazione ha permesso alla tredicenne si fuggire e di raggiungere la strada dove alcuni passanti l’hanno soccorsa. Portata all’ospedale Cannizzaro, è stata visitata ed ha ricevuto una prognosi di sette giorni mentre il fidanzato era in uno stato di shock totale.

Fortunatamente i sette egiziani sono stati identificati e fermati in meno di 48 ore grazie ad una pronta operazione dei carabinieri; uno di loro avrebbe poi anche confessato e confermato il racconto delle due vittime.

Alla luce degli eventi, quattro degli aggressori, maggiorenni, sono stati rinchiusi in carcere, mentre ai tre che sostengono di essere minorenni è stato assegnato un centro di prima accoglienza a Catania, in attesa di ulteriori procedimenti giudiziari. 

Siamo di fronte all’ennesima bestialità, all’ennesimo schifo, ad una ferocia senza vergogna perpetrata ancora una volta da un gruppo di ragazzi entrati illegalmente in Italia, come riportato da diverse testate, minori (o sedicenti minori) che non potevano essere rimpatriati. Questo fatto squallido e a tratti impronunciabile dovrebbe quanto meno far riflettere su quanto l’immigrazione incontrollata e illegale provochi una prevedibile e ingestibile emergenza sul fronte sicurezza nel il nostro Paese.

Le difficoltà che si riscontrano nell’accoglienza e nell’identificazione di questi minori stranieri non accompagnati – verso i quali si è attuata una politica delle “porte aperte” con una serie di provvedimenti avviati nel 2014 e culminati con la legge 47 del 2017 voluta da una cordata di parlamentari montiani, PD e pentastellati – sono sotto gli occhi di tutti e benché siano una minoranza, non sono pochi i casi in cui si vedono coinvolti in gravi episodi di violenza. Tutto questo avvalora purtroppo i dati che attestano le nostre città, i nostri paesi a livelli sempre più alti di pericolo e paura, da Milano a Catania, come denuncia per l’appunto il sindaco del capoluogo etneo Enrico Trantino: “Tutta la città è stata violentata da questo episodio d’orrore. Noi abbiamo un problema di sicurezza che abbiamo presentato più volte a Palazzo Chigi affinché arrivi al Ministero degli Interni. Condanno in pieno questo gesto volgare vile e vigliacco e mi auguro che queste azioni possano venire punite severamente”. Anche la premier Meloni ha espresso solidarietà alla vittima e alla sua famiglia e assicura che “lo Stato ci sarà e verrà fatta giustizia”.

E ce lo auspichiamo perché queste bestialità non sono più sopportabili. Naturalmente nei salotti tv della sinistra poco si parlerà di questo grave caso di cronaca, tutti concentrati sul caso Salis come lo si era stati sul patriarcato quasi che la sicurezza dei nostri figli a loro non interessi concentrati invece a fare opposizione giornalistica in assenza di una opposizione credibile in Parlamento.

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