500 anni fa moriva Giulia Farnese, la Signora dell’Unicorno

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Una morte avvolta nel mistero. Una vita accanto ai potenti del suo tempo. Di lei però non ci resta neppure un ritratto. Giulia Farnese, nata nel 1475 a Canino, nei feudi di una piccola famiglia di nobiltà campagnola, fece la fortuna del suo casato. Amante di un Papa e sorella di un altro, è stata tramandata come una delle donne più belle del suo tempo.

Promessa sposa a Orsino Orsini, un personaggio insignificante, celebra il suo fidanzamento a Roma, nella dimora del cardinale spagnolo Rodrigo Borgia, cugino della futura suocera di Giulia, Adriana de Mila. Rodrigo era un uomo potente, ambizioso e sensuale, che senza dubbio avrà messo i suoi occhi sulla fanciulla, nonostante la porpora. Del resto, aveva già da tempo una relazione con Vannozza Cattanei, dalla quale aveva avuto quattro figli: Cesare, Giovanni, Lucrezia e Goffredo. Cesare, il celeberrimo Valentino, aveva la stessa età di Giulia Farnese. Tre anni dopo, nel 1492, Rodrigo ascenderà al soglio papale come Alessandro VI, uno dei papi più potenti, influenti e discussi della storia. Giulia entra così nelle grazie di papa Borgia divenendone concubina: lui ha 61 anni, lei 17. Quasi coetanea di Lucrezia, pare avesse un buon rapporto con lei. In ogni caso, come spesso capitava, le donne del Rinascimento dimostravano una straordinaria fedeltà al loro casato, tanto da mettere da parte sentimenti e affetti. Pronuba della scandalosa relazione con Papa Borgia è infatti nientemeno che Adriana de Mila, del tutto insensibile alle corna del figlio.

Una copia dell’affresco di Pinturicchio detto “Bambin Gesù delle Mani” (di cui oggi restano solo due frammenti). A sinistra papa Alessandro VI, Rodrigo Borgia. Il volto della Madonna potrebbe essere stato quello di Giulia Farnese, all’epoca diciassettenne

Giulia nella sua posizione non è però una semplice amante. Riesce a favorire l’ascesa del fratello maggiore Alessandro alla porpora cardinalizia (tanto che fu detto “cardinal Fregnese” come satira per i “meriti” della sua ascesa) e ottiene per suocera e marito due feudi.

Papa Borgia si innamora follemente di Giulia. A ogni suo allontanamento da Roma diviene sempre più impaziente e possessivo. Arriva a minacciare lei, i parenti e i congiunti di scomunica e sequestro dei beni di famiglia se Giulia non fosse prontamente tornata da lui. Durante un viaggio per cercare di arrivare al capezzale del fratello Angelo Farnese (lei vi giungerà quando l’uomo era già spirato), il Papa furibondo per la lontananza le intima il rientro con una tempesta di lettere di minaccia a tutti i suoi familiari. Quando il corteo con Giulia, suocera e sorella si appresta a rientrare a Roma viene intercettato dai francesi di Carlo VIII, che stava invadendo l’Italia, e fatto prigioniero. Il Papa smuove mari e monti per ottenere dal sovrano francese la loro liberazione, accordata nonostante la rivalità fra la corona di Parigi e la Spagna, a cui il Borgia apparteneva.

Il frammento dell’affresco di Perugino che rappresenterebbe Giulia Farnese nelle vesti di Nostra Signora

La guerra d’Italia separa il vecchio Papa dalla giovane amante, che fugge da Roma nel 1500 (anno in cui resta vedova di Orsino) per paura e non vi ritorna fin dopo la morte del Borgia, nel 1503. Solo allora Giulia rientra nella Città Eterna perché sa che deve rimescolare le carte per ricevere una nuova mano e riaprire i giochi. Era stata amante del Borgia e ora le fortune della famiglia spagnola si spengono con la morte di Alessandro VI e la fine del sogno di Cesare di costruirsi uno Stato personale in Italia. A Roma è ora il turno dei della Rovere, acerrimi rivali degli spagnoli. Ad ascendere al Soglio è Giuliano della Rovere, Giulio II. La Farnese sa che è necessario stringere ora un’alleanza con quello che fu uno dei più fieri nemici del suo vecchio amante e fa sposare sua figlia Laura (ufficialmente figlia di Orsino, ma forse avuta da Borgia) a un nipote di Giulio II. I Farnese si trovano così di nuovo al centro del potere romano. Tanto che nel 1534 suo fratello Alessandro diverrà papa col nome di Paolo III. Niente male per una famiglia di piccola nobiltà della Tuscia. Giulia era già morta da 10 anni, però.

Dopo aver “piazzato” la figlia, si ritira nei feudi di famiglia, a Carbognano, dimostrandosi amministratrice oculata e ben voluta. Nel 1509 si procura un altro marito, il gentiluomo napoletano Giovanni Capece Bozzato, che Ludovico Canossa, in una lettera a Isabella d’Este, definisce ricchissimo “ma non di roba”. Un toy boy, insomma. Rimasta ancora una volta vedova nel 1517, sarebbe morta a Roma, per cause sconosciute, il 23 marzo di 500 anni fa, nella residenza del fratello cardinale.

Una morte che lascia numerosi misteri, tuttavia. Primo fra tutti quello del suo reale aspetto. Giulia è una delle donne più decantate per la sua bellezza, eppure nessun ritratto ufficiale di lei è mai stato individuato con certezza. Tanti quadri, profani come sacri, e perfino un mosaico sembrano ritrarla, ma di nessuno si è sicuri. Una descrizione della ragazza viene fatta da Giacomo Dragoni a Cesare Borgia, nel 1494. Si parla di una sorta di concorso o gara di bellezza fra lei e Caterina Gonzaga in cui le due donne vengono paragonate senza riguardi: il corpo, il volto, gli occhi, le labbra (con battuta salace di un buffone di corte: “di che dibattete, se non le avete viste tutte?”). Dragoni la dipinge come mora, dal volto tondo, gli occhi neri e intensi, un ardore mediterraneo. La Gonzaga era invece bionda ed eterea. In quella circostanza viene preferita alla Farnese.

Eppure Giulia è quasi sicuramente modella per i più grandi pittori della sua epoca (e quindi i più grandi di tutti i tempi): si parla di una sua raffigurazione in un Raffaello. Il Vasari la indica in una Madonna del Pinturicchio (forse l’identificazione più probabile). Il quadro di Luca Longhi che si vede in questa pagina è un altro possibile ritratto di Giulia, assieme all’animale araldico della sua casata, l’unicorno.

Di fatto però non esistono ritratti ufficiali. È probabile che la sua famiglia, in particolare il fratello Alessandro, possa averne fatti distruggere quanti più possibile, per cancellarne la memoria. Del resto, lui, cardinale e poi papa, aveva salito a tre a tre i gradini della nobiltà romana fino alla Curia e poi al Soglio proprio grazie alle arti della sorella come amante del Papa. Non esattamente un’impresa per cui aggiungere pezze al blasone. Così neppure le ultime volontà di Giulia sono rispettate dai suoi fratelli. La donna che aveva fatto i Farnese una famiglia potente avrebbe voluto essere sepolta nella sua amata isola Bisentina, nel lago di Bolsena. Ma di tombe coeve sull’isoletta non ne sono mai state ritrovate. Per molti anni si era pensato allora a un seppellimento del suo corpo a Carbognano, nel suo feudo, e precisamente nella chiesa dell’Immacolata, che Giulia aveva ordinato fosse edificata con un lascito testamentario. Nel 2014 fu però dimostrato che nessuna delle ossa rinvenute nella chiesetta ormai sconsacrata poteva appartenere a una donna di cinquant’anni, con grande delusione degli abitanti e del sindaco del borgo. La tomba di Giulia Farnese dunque è tutt’ora sconosciuta. Ingratitudine, diranno alcuni. L’ultimo sacrificio per la famiglia di una donna vissuta nell’epoca in cui per la propria casa era possibile qualunque gesto: dall’entrare nel letto di un Papa a scomparire nel nulla.

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