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Manifesti strappati e parità di genere: basta sporcare la competizione elettorale
Da un anno e mezzo a questa parte, a Pavia, esiste una nuova realtà studentesca: “Azione Universitaria”, associazione studentesca finalizzata alla proposizione di un modello di università attenta a temi di diritti, merito, welfare, sport ed ecologia, ponendo l’accento anche ai momenti di socializzazione, di comunità anche al di fuori delle mura di ateneo.
Il lavoro svolto dalla nascita di AU era finalizzato a portare nelle sedi istituzionali della rappresentanza studentesca (Consigli di dipartimento, Senato Accademico, CDA) questa visione di università, convincendo gli studenti pavesi della bontà del proprio programma, conquistando voti nelle elezioni del 17-18-19 Maggio, in cui si vota anche per il rinnovo dei componenti del CNSU (Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari) per il quale tutta Azione Universitaria compete a livello nazionale, e la realtà pavese ha espresso nella figura di Matteo Chiù, presidente di AU Pavia, un suo candidato.
Volantinaggi, eventi, raccolte fondi benefiche sono state proposte durante la campagna elettorale di AU, ma a qualcuno questo non è piaciuto: i manifesti elettorali affissi scomparivano entro poche ore, i volantini sono subito stati rovinati dall’applicazione di sticker e adesivi della lista di sinistra UDU- Coordinamento per il Diritto allo Studio. Insomma, modi bambineschi e scomposti per sporcare la competizione elettorale.
È logico che in ogni realtà sociale il nuovo possa far paura, specie fra chi non ha mai visto messa in discussione la propria egemonia. “Non ci siamo mai permessi anche solo di spostare un volantino delle liste avversarie quando affiggevamo i nostri: è una questione di stile. Non abbiamo mai voluto politicizzare questa competizione, non ci interessa, noi vogliamo solo porci come alternativa, finalmente diversa, a certe realtà studentesche presenti a Pavia: abbiamo prodotto un programma concreto, fattibile, pensato per i problemi reali, e su quello vogliamo confrontarci. Sono circolate voci e messaggi che ci dipingono come pericolosi estremisti, ma sono state le nostre proposte a parlare per noi. Siamo qui per portare concretezza, al servizio degli studenti, anche se domani continuerete a strappare i nostri manifesti.” – commenta Chiù.
Dalla lista di sinistra, però, è giunta un’altra accusa: il non rispetto della parità di genere, perché fra i candidati agli organi maggiori di Azione non compaiono donne. Eppure chi si occupa di rappresentanza studentesca sa bene come trovare persone decise a impegnarsi con dedizione e candidarsi come rappresentanti degli studenti sia un compito difficile, specie quando si ricostruisce una realtà da zero, senza essere lautamente finanziati da esterni.
“Molte ragazze hanno deciso di abbracciare il nostro progetto, e siamo felicissimi di averle fra di noi: sono fantastiche, ci hanno dato profondità di visione. Ma la rappresentanza studentesca non è solo “parità di genere” da raggiungere con quote rosa calcolate aritmeticamente: questo nuoce solo alla qualità della vita studentesca. Decidere di candidarsi come rappresentante è una scelta che va oltre il proprio sesso, deve essere frutto di passione e competenza. Non abbiamo escluso nessuno dalla nostra realtà, uomini e donne, ma abbiamo sempre accolto a braccia aperte chiunque avesse voluto percorrere con noi questo cammino. Questi discorsi ideologici e totalmente fuori da ogni logica di vero interesse per la qualità della nostra rappresentanza denotano che qualcuno ha voluto, oltre che sporcare, spostare la competizione elettorale su un piano subdolamente ideologico: questo modo di vivere l’università non ci appartiene!” – commenta Alessandro Taddei, membro del direttivo di AU.
Insomma, anche nelle università la sinistra non si smentisce mai, con idee e proposte totalmente ideologiche e lontane dai bisogni reali. Per di più, sembra riproporsi anche in questi ambienti il famoso “Sistema” di cui qualcuno ha recentemente parlato nei suoi ultimi libri: selezione di un tema che scredita gli avversari, pubblicazione della notizia grazie a giornalisti vicini alle proprie posizioni proprio il giorno precedente o stesso delle elezioni, quando dovrebbe vigere la regola del silenzio elettorale. La questione della “parità di genere” non rispettata ha infatti trovato eco mediatica sulle prime pagine dei quotidiani locali, ma CulturaIdentità è nata proprio per opporsi a questo sistema inqualificabile e per questo siamo qui oggi a fare i nostri migliori auguri ad AZIONE UNIVERSITARIA, #sempredallapartedellostudente.