Donna e Ferrari, un’accoppiata vincente

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Esistono donne che si sentono diverse, non credono nelle cose in cui credono tutti gli altri e hanno delle ali che le spingono a volare dove nessun’ altra vola. Donne che fanno la differenza, che diventano simboli di successo, emancipazione e parità e che dimostrano che non esiste nessuna differenza tra uomo e donna quando si inseguono i sogni. Una di loro è Michelle Gatting, la prima donna a essere incoronata campionessa assoluta del Ferrari Challenge Europe Trofeo Pirelli. Michelle, classe 1993, ha iniziato a correre nel 2005 con i go kart, per passare successivamente nelle vetture turismo e arrivare a correre la prima GT nel 2014, arrivando infine a concorrere nei campionati più prestigiosi, come l’ELMS con Iron Lynx, la 24 Ore di Le Mans, il GT World Challenge Europe, la Michelin Le Mans Cup, il Campionato del mondo endurance FIA, il Campionato Italiano Gran Turismo e due stagioni al Ferrari Challenge Trofeo Pirelli, di cui l’ultima conquistata al Mugello il 20 novembre scorso.

Quanto è stato difficile arrivare a questa vittoria?

«Ho dovuto lavorare tanto, spesso fare a spallate. Momenti di entusiasmo alternati a periodi di sconforto. Le due stagioni al Ferrari Challenge mi hanno dato molto anche da un punto di vista personale: sono maturata, non dividere la macchina con nessuno mi ha permesso di elevare il mio stile di guida e le mie prestazioni. Il campionato è super competitivo, con diversi piloti veloci che hanno lottato insieme a me una battaglia lunga una stagione. Sono molto soddisfatta di come la macchina e il team si sono comportati durante l’intera stagione e sono ovviamente onorata di essere la prima pilota donna a essere campionessa della serie».

Il team di cui si parla è quello delle Iron Dames, di cui fanno parte, oltre Michelle Gatting, Rahel Frey, Manuela Gostner, Sarah Bovy, Doriane Pin e Deborah Mayer, pilota Ferrari nelle gare di GT e madre di questo progetto che ha l’obiettivo di aiutare le donne che vogliono entrare nel Motorsport non soltanto come piloti, ma anche meccanici, ingegneri o direttori tecnici. Un team tutto in rosa, dal colore ai piloti, alla guida di una Ferrari.

Come concili il tuo lato femminile con un mondo fatto di uomini?

«Onestamente non penso molto all’essere uomo o donna, sono stata in questo ambiente praticamente tutta la mia vita e sto solo cercando di essere un pilota come tutti gli altri. Ovviamente questo sport non è l’ideale per mostrare il tuo lato femminile, ma ultimamente ho iniziato a colorare le mie unghie di rosa!»

Una squadra femminile è considerata alla pari di una maschile?

«Il mondo dello sport sta cambiando rotta e in positivo, la maggior presenza di donne nello sport aiuta e sicuramente anche il nostro progetto Iron Dames è stato qualcosa di innovativo, una fonte di ispirazione per tutte le donne: quando hai un sogno e lavori duramente per realizzarlo, non ci sono ostacoli che ti possano fermare».

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