Ed ora finalmente una donna premier

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Ed ora finalmente una donna premier

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La vita di ognuno di noi è scandita da alcuni rituali che bene o male segnano la nostra esistenza. Uno di questi sarà sicuramente per Giorgia Meloni e per milioni di italiani (compreso il sottoscritto) la Cerimonia della Campanella.

Se tutto andrà come è giusto che sia, a Palazzo Chigi avverrà il passaggio di consegne dal vecchio al nuovo Premier con quel suono della campanella, tradizionale rito simbolico della Repubblica, con il quale si dà inizio al nuovo esecutivo e alle riunioni del Consiglio dei Ministri. Chissà se per quella data i tanti vippps “de noantri”, che avevano giurato di lasciare il Paese in caso di vittoria della donna più votata dagli italiani, avranno preso il charter da Fiumicino come promesso. Ne dubito, ma ce lo auguriamo in tanti.

La ragazza ribelle della Garbatella sta salendo la cima. Lei, che in uno dei quartieri più rossi della Capitale e in un mondo politico di destra molto maschile ha saputo trovare il suo spazio senza mai sgomitare o cercare la strada facile delle lenzuola, sta coronando il suo sogno.

Ha vinto la forza delle idee di quella generazione di ragazzi che dopo gli attentati a Falcone e Borsellino decise di intraprendere un percorso di vita preciso, da veri patrioti, come quei due eroi che immolarono la propria vita per la Giustizia e la Libertà del nostro Paese. La militanza può essere politica o culturale, ma si costruisce e si rinsalda negli anni con la fatica e con le passioni che possono muovere i popoli laddove dove gli algoritmi non arriveranno mai. E siccome l’Italia ha bisogno di rinascere, dopo anni di anestesia psicologica, è giusto che a condurci fuori da questa crisi sia una donna coraggiosa. E’ un’impresa difficile ed ardita.

Ora la Meloni, citando il capolavoro di Tolkien, insieme alla sua generazione di Atreju dovrà gettare nel fuoco dal Monte Fato l’Anello del Potere. Dannunzianamente io, che al pop fantasy preferisco il Vate, dico: cara Giorgia ama il tuo se pur ti tormenta, amalo come se fosse l’unico, e ricordati di osare sempre, anche con i venti contrari. Il momento è arrivato, si può fare la Storia.

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1 commento

  1. Che si possa finalmente archiviare il tempo delle Lucarelli e delle Jebreal, in Terra italica! Per dare dignità allo Stivale e agli stivaliani.
    Perché fino a due giorni fa, per quello ch’è dato sapere, Selvaggia Lucarelli ancora una volta ha fatto la pipì fuori dal vaso. In una fiaba grimmiana, il suo ruolo non potrebbe che essere quello della fata cattiva. Insomma, “Vi fu un lampo accecante e Malefica, la fata cattiva, comparve in mezzo alla sala, furente per non essere stata invitata ai festeggiamenti…”.
    Non per niente, la Lucarelli dalle infinite brame, nel corso della prima puntata di «Ballando con le Stelle», l’odio l’ha prodotto a giare e abbondantemente distribuito a quei concorrenti che istintivamente è portata a odiare. Senza un perché apparente. A parte la sua voglia di protagonismo e il piacere sottostante di annichilire la gente. L’unico modo che conosce per bucare il video. E quasi sempre ci riesce. Salvo poi a commuoversi, con tanto rimmel fuori controllo, quando a calcare le tavole del palcoscenico tocca allo chef Lorenzo Biagiarelli, fidanzato. Una normalissima reazione emotiva verrebbe da dire. Che, tuttavia, rende ancora più odiose quelle sue sparate cinicamente costruite, per un clic in più.

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