Ferrara rinasce con la sua storia e le sue tradizioni

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Con un’importante mostra sul Rinascimento è stato riaperto Palazzo dei Diamanti e ora la città ha trasformato le difficoltà in opportunità

Ferrara, prima culla del Rinascimento, anche quest’anno ha rinnovato la volontà di rimanere nel circuito delle Città Identitarie, con il desiderio di proseguire questo cammino alla riscoperta della propria anima, delle sue tradizioni culturali, monumentali ed eno-gastronomiche secolari, dagli Este a Matteo Maria Boiardo da Ludovico Ariosto a Cristoforo da Messisbugo, per arrivare alla nascita della pittura metafisica di Alberto Savinio e Giorgio de Chirico nel 1915.
La città dopo il covid è rinata, valorizzando la propria storia e le sue tradizioni, come mai aveva fatto prima, grazie a scavi archeologici nel centro cittadino, esposizioni d’arte, concerti nelle sue principali piazze e tanti altri incontri, che rendono viva l’offerta culturale. Si percepisce quel lungo sospiro, che dopo un buio periodo ci riporta alla luce, ad un rinascimento completo anche delle coscienze dei singoli.
Proprio dopo questo biennio, che ha messo alla prova la maggior parte delle località italiane, la capitale dell’antico Ducato Estense è ripartita e lo fa nel segno della cultura locale, anche grazie ad una serie di importanti mostre organizzate dalla Fondazione Ferrara Arte, presieduta da Vittorio Sgarbi, in diversi punti espositivi d’eccezione della città, come il Castello Estense o Palazzo dei Diamanti.
Una di queste ha segnato la riapertura di Palazzo dei Diamanti, dopo i lavori di ristrutturazione, nel 2023, con la mostra “Rinascimento a Ferrara. 1471 – 1598 da Borso ad Alfonso d’Este” e ha segnato una tappa di una più grande indagine artistica del tessuto culturale e dell’arte antica ferrarese, con i pittori di corte Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa.
L’assessore comunale alla cultura Marco Gulinelli, interpellato, ci risponde dicendo che l’amministrazione sta cercando di “trasformare le difficoltà in opportunità, promuovendo politiche culturali in grado di proseguire nello sviluppo dell’attrattività turistica, anche internazionale, verso la città e le sue tradizioni”.
Questo fermento culturale, nato dal periodo successivo al lockdown, non interessa soltanto il turista ma, principalmente il cittadino, che così riscopre gli spazi urbani, il respiro di una città ‘ideale’, frutto dell’identità antica e medievale, passato come testimone delle proprie radici storiche al Rinascimento, che qui ha visto i suoi primi germogli verso poi, l’età moderna, con tutto il suo rumore, velocità e modernità futurista.
Ferrara, così, volge lo sguardo al passato per trarne il meglio, l’esperienza e la linfa vitale per poi costruire un nuovo futuro culturalmente ricco, su tutti i fronti, per recuperare, ricucendo il fil rouge con le sue origini cinquecentesche, il suo ruolo di vera e propria capitale.

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