“La Rai è libertà espressiva” il DG Rossi risponde sul caso Scurati

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Puntuale come ad ogni 25 aprile, è scattato l’allarme fascismo, quest’anno funzionale, nei piani delle opposizioni, anche alla campagna elettorale per le europee. Casus belli, lo scrittore Antonio Scurati e la presunta censura del suo monologo, diffuso anche dalla premier Giorgia Meloni, a scanso di ogni dubbio.

Un caso creato artatamente allo scopo di mettere in difficoltà l’attuale dirigenza della TV pubblica. Così per mettere ordine e chiarezza sulla polemica è intervenuto il direttore generale della Rai, Giampaolo Rossi: “In queste ore in cui si susseguono notizie inverosimili e ricostruzioni surreali, mi trovo costretto a intervenire per cercare di frenare l’ennesimo tentativo di aggressione nei confronti della Rai. È in atto un’istruttoria per verificare se ci siano stati errori relativi alla mancata partecipazione dello scrittore Scurati alla trasmissione ‘Che sarà” di Serena Bortone, partecipazione che era prevista nel comunicato stampa ufficiale uscito la sera prima della puntata in questione”, scrive Rossi in una nota. “Il senso di responsabilità richiederebbe di attendere il termine dell’istruttoria prima di lasciarsi andare a commenti o conclusioni che rischiano di risultare meri polveroni mediatici, come altre volte in passato”, aggiunge il Direttore Generale.

“Mi preme sottolineare che il direttore generale di Corporate non ha alcuna competenza sugli aspetti editoriali (dentro i quali ricade anche la scelta degli ospiti nelle trasmissioni). Nello stesso tempo, sono obbligato a ricordare che la narrazione di una Rai che censura è del tutto priva di fondamento. Oggi il palinsesto e la programmazione del servizio pubblico dimostrano pluralismo, varietà di punti di vista, di visioni e culture, finalizzate a garantire la maggior eterogeneità di racconti possibile”. “All’interno di un’offerta quotidiana – prosegue – fatta di informazione, intrattenimento, fiction, cinema, divulgazione culturale, e di una incredibile ricchezza di conduzioni, artisti e ospiti, la Rai dimostra di avere una libertà espressiva unica in Italia. Mentre imperversa su giornali e televisioni concorrenti l’ennesimo attacco strumentale al servizio pubblico, la Rai in tutte le sue strutture sta lavorando alla realizzazione del nuovo piano industriale proprio con l’obiettivo di trasformare questa azienda in una moderna digital media company e di fronteggiare al meglio le grandi sfide a cui è chiamata nel prossimo futuro. La stessa approvazione da parte del Cda del bilancio, con un rafforzamento dei fondamentali economici, è la dimostrazione dell’importante lavoro fatto in questi mesi per rimettere la Rai in linea con un percorso di sostenibilità economica e finanziaria. Lavoro di cui ovviamente non c’è traccia nel dibattito attorno all’azienda”. “La Rai è un patrimonio della nostra nazione, oltre che un hub industriale che sostiene intere filiere produttive italiane, a partire da quella dell’audiovisivo. Credo sia mio dovere – conclude Rossi – difendere il lavoro quotidiano che viene fatto da migliaia di lavoratrici e lavoratori per continuare a garantire uno dei più grandi servizi pubblici d’Europa”.

Parole chiare, incontrovertibili, a tutela di un’azienda continuamente bersaglio di ricostruzioni inverosimili, con l’unico scopo di attaccare il governo. Difficilmente cesserà l’allarme fascista in assenza di fascismo, da chi, come una cantilena lo alimenta continuamente, facendo finta di non avere diritto di parola e che invece, secondo i numeri AGCom, ha molto più degli altri.

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