Il Museo del Territorio Biellese dall’antico Egitto al Futurismo

0
Chiostro di San Sebastiano ph Luigi Dondana

ABBONATI A CULTURAIDENTITA’

Il Museo del Territorio Biellese ha sede nell’ex convento di San Sebastiano a Biella e ospita collezioni civiche che dalla seconda metà dell’Ottocento fino ai giorni nostri sono cresciute grazie a ritrovamenti, donazioni, lasciti e depositi.

Questo legame con il territorio ha radici profonde, a partire dalla collezione di statuette e idoli donata da Corradino Sella agli inizi del Novecento, conservata nella sezione egizia. In questa si conserva anche la mummia tolemaica Taaset, in prestito dagli anni Cinquanta dal Museo Egizio di Torino, come omaggio a Ernesto Schiaparelli, egittologo biellese e primo direttore del Museo.

Sempre grazie al collezionismo locale, statuette, pregiati tessuti e vasellame compongono la sala dedicata alle culture precolombiane.

Il percorso di visita comincia idealmente dalla sezione paleontologica, a partire dall’era pleistocenica. Una ricca varietà di reperti archeologici documentano invece le prime età che videro la comparsa dell’uomo, con resti provenienti dal villaggio palafitticolo sorto sul lago di Viverone nell’età del Bronzo – oggi patrimonio dell’Unesco – e dall’insediamento di altura del Bric Burcina, con i peculiari documenti legati alla storia della filatura nel Biellese.

La romanizzazione è ben documentata invece dagli eccezionali ritrovamenti della Bessa e di Cerrione e dalle testimonianze di Bugella, un villaggio corrispondente alla città attuale: ceramiche, vetri, oggetti di ornamento e di uso comune nella vita quotidiana e nei riti religiosi tra il I e il IV secolo d.C.

Le sezioni successive sono dedicate alle collezioni storico-artistiche. Celebre è la copia della “Vergine delle Rocce” di Leonardo da Vinci, dipinta da Bernardino de’ Conti, per la famiglia Ferrero. Di notevole importanza le opere dei maestri del Rinascimento piemontese, come le tavole dipinte da Defendente Ferrari, Gerolamo Giovenone e Bernardino Lanino.

Seguendo un’immaginaria linea temporale, le sale dedicate a Ottocento e Novecento espongono opere giunte in Museo grazie a donazioni private. Qui troviamo ad esempio capolavori di Lorenzo Delleani, Antonio Fontanesi, un interessante nucleo di lavori di scuola macchiaiola fino alla grande tela divisionista “Riflessioni di un affamato”, capolavoro di Emilio Longoni.

A partire dalla prima metà del Novecento, con la complicità delle fortune dell’industria laniera, nel Biellese nacque un vivace mercato artistico. La Collezione Lucci offre un ventaglio di opere di grandi protagonisti delle Avanguardie storiche tra cui Magritte, Chagall, Mirò e Dalì.

Non manca il Futurismo, presente con un paesaggio astratto di Giacomo Balla.

Il “Concetto spaziale” di Lucio Fontana del 1952, ormai proiettato alla contemporaneità, chiude cronologicamente il percorso espositivo.

ABBONATI A CULTURAIDENTITA’

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

diciannove − uno =