La leg(g)enda dell’italico barcone

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Mentre lungo altre terre, altri porti ed altri lidi, qualcuno si vuole accingere a solcar di nuovo la cosiddetta Via della Seta, un italico barcone governato da benedette eccellenze artistiche et poetiche si dirige verso le nostre coste, pronto ad approdare sull’amato suol natio. A prua il temerario esploratore e navigatore genovese Cristoforo Colombo indica la rotta; da tergo lo sguardo geniale all’orizzonte dell’inventore, scienziato, musicista, scenografo, pittore e anatomista Leonardo da Vinci, in guarnacca rosso vermiglio il Sommo Poeta, padre della lingua italiana Dante Alighieri. Sotto e accosti a tale immensità sono il più grande dei drammaturghi, l’agrigentino Luigi Pirandello, con tuba nera il fondatore dell’elettrizzante Movimento Futurista l’esplosivo Filippo Tommaso Marinetti, il poeta, eroe, amante guerriero Gabriele d’Annunzio, Vate degli Italiani. Dietro ancora a tale ingegno, con irrequieto piglio rinascimentale il visionario talento di Michelangelo e, nell’immancabile cilindro nero, l’inarrivabile mito risorgimentale del Maestro compositore Giuseppe Verdi. Sotto a lui come una nota squillante, in camicia rosso-dissidente, lo scrittore corsaro, il friulano Pier Paolo Pasolini. In sfondo, come a chiuder la tela, il bello e dannato, il genio e la sregolatezza del pittore Caravaggio, mentre a benedire il viaggio la voce grande e dolce dell’uomo, del monaco e del santo che fece l’Europa che ora non c’è più, Benedetto da Norcia. Come Lamerica di Gianni Amelio, come La Nave dei Folli di Bosch, i nostri argonauti della cultura sono tornati per ricordarci che al mondo noi siamo e saremo nei secoli “un popolo di poeti di artisti di eroi / di santi di pensatori di scienziati / di navigatori di trasmigratori”.

Editoriale pubblicato sul numero di aprile 2019 del mensile CulturaIdentità

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