Musk-Zuckerberg: morituri te salutant

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L’annuncio dell’ultima ora del numero uno della Tesla è che si è trattato di uno scherzo. “Ho scherzato sul combattere con Zuckerberg – ha scritto Musk– lui mi ha detto di inviargli la posizione. L’Italia ha gentilmente offerto un Colosseo, Zuckerberg ha rifiutato. Ho suggerito la sua casa come spazio sicuro ma lui stava tragicamente viaggiando. C’è un posto dove combatterà?” Anche se Zuckeberg non ne vuole sapere di combattere, in Italia la polemica è ancora aperta sui destini dei nostri siti monumentali. Non scandalizzarsi.

La pubblicità è l’anima del commercio è stato detto. L’umorista Marcello Marchesi corresse in “ la pubblicità è il commercio dell’anima.” E ci aspettiamo la calata degli yankees, dei giganti Elon Musk e Zuckeberg che assieme a produttori, creativi, registi, architetti e direttori della fotografia, ognuno con il suo jet privato scelgono la location “ok very well” per quella che si preannuncia come un’americanata un grande stile. Un gigantesco faraonico incontro di wrestling con tanto di divise da gladiatori tra i due super contendenti del web. Se Elon vuole sa dove trovarmi. Ti sfido ad arti marziali miste. Questo lo scambio da saloon. Musk non conferma una vera e propria data ma sceglie l’Italia come set di questo capriccioso luna park. La Calabria e la Basilicata si prenotano per tempo: “ Vengano da noi!” i due tergiversano data e luogo dell’incontro all’ultimo sangue. Da noi c’è fermento. Tutti li prendono sul serio. Il Ministro della Cultura Sangiuliano prontamente risponde: “ il Colosseo non è disponibile e l’incasso dell’evento andrà in beneficenza.” Dove lo facciamo? I due miliardari americani infiammano la politica nostrana: “ non è cultura! Bisogna preservare, tutelare, proteggere le nostre bellezze storiche! Non diamo via i nostri teatri antichi a questa forma di prostituzione!”. Carlo Calenda, segretario di Azione usa Twitter: “ Trovo semplicemente allucinante che il patrimonio culturale italiano venga messo a disposizione di due miliardari che vogliono darsele come adolescenti idioti. Ci sono cose che non sono in vendita.” Evento sportivo mediatico replica Fratelli d’Italia. E allora? Quando Tom Cruise girava Mission Impossible ai fori imperiali cos’era?

Veniamo al tema dei teatri antichi. Lasciando perdere i Greci e la loro predilezione per il rito, canto, tragedia o commedia in un rapporto verticale con gli Dei e con il Fato, o le invettive politiche affidate ai corifei nei testi di Aristofane, qui si discute di teatri Romani. I Romani frequentavano l’arena per i combattimenti dei gladiatori. Erano spettacoli cruenti, sanguinosi, aperti a tutti i cittadini e generalmente gratuiti. I lottatori dovevano affrontare animali feroci provenienti da tutto il mondo (venationes) e lo scrittore oratore Frontone nel 160 d.C ammoniva: “ il popolo di Roma si preoccupa soprattutto di due cose, le vettovaglie e gli spettacoli.” L’imperatore appariva nel circo e la folla lo salutava alzandosi in piedi e agitando grandi fazzoletti bianchi. Gli spettacoli rafforzavano il potere del Principe, ed è sempre stato così. Filippo detto l’Arabo è stato l’imperatore che festeggiò il millenario di Roma e lo fece facendo uccidere in arena centinaia di migliaia di animali. Queste celebrazioni (248 d.C) durarono mesi e furono siglate dal nuovo conio di monete dove al rovescio troviamo raffigurati elefanti, cervi, orsi, ippopotami, leoni. Una carneficina. Pensate l’effetto che poteva fare a uno spettatore che in vita sua non aveva mai visto una giraffa ad esempio. Il gioco secolare era un massacro e fiumi sangue scorrevano nei canali di scolo del teatro, che non a caso veniva edificato in periferia, lontano dai centri abitati. Gli odori del mattatoio erano fortissimi.

E chi propone un altro sito alternativo come l’Arena di Verona viene guardato con sufficienza come un verme venduto ai poteri forti americani e al consumismo più sfrenato. Meglio quindi che questo combattimento non avvenga. A tutti i benpensanti e alle anime belle con certezze da “sovrintendenti della domenica” ricordo però che all’Arena di Verona, anfiteatro Flavio per anni s’è fatto il Festivalbar. Fino al 2008 quelle pietre hanno ballato, tremato, vibrato assieme all’applausometro, ai salti per musica da juke box. Il Festivalbar fu un’iniziativa ideata da un autore televisivo Vittorio Salvetti e dal ’64 al Duemila fece da trampolino di lancio a quei due super gettonati (si dice così proprio dal jukebox e dalla monetina) conduttori e showman come Amadeus e Fiorello. L’arena di Verona non è stata trattata come Siracusa e il suo Dramma Antico, lì si è fatta anche l’elezione di una Miss. E dopo Alexia, Bon Jovi, Carmen Consoli, Irene Grandi, Jovanotti, Ligabue, LunaPop, Gianni Morandi, Nick, Paola e Chiara, davvero riusciamo a scandalizzarci se due miliardari americani pagano perché vogliono mascherarsi da Gladiatori?

A proposito, seguendo le indicazioni dello storico Frontone, dopo dove andranno a mangiare? Qui si apre un’altra gara. Battipaglia fa sapere che la sua mozzarella è la migliore. Locri manda le soppressate. Dopo lo spettacolo, le vettovaglie. Per poi mettere tutto su Facebook e/o Twitter. Morituri te salutant.

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