Pillole dell’incanto. Pesaro tra meraviglie e curiosità

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CulturaIdentità sezione di Pesaro ha di recente proposto un singolare evento recitativo all’Hotel Due Pavoni. “Pillole dell’incanto. Pesaro tra meraviglie e curiosità”. Una panoramica di impressioni e di note storiche per raccontare luoghi e opere di Pesaro attraverso lo sguardo di Cecilia Casadei: dalla celebre Medusa di Ferruccio Mengaroni che custodisce la tragica fine del suo autore ai tozzetti ceramici che disegnano un itinerario di cultura nel centro storico, da Villa Caprile, la piccola Versailles pesarese, alle luminarie che caratterizzano via Almerici, via Passeri e via Castelfidardo e celebrano la poesia dialettale, alla rinnovata Piazza Mosca e poi la berlina dei Conti Mosca. Un autentico gioiello dell‘arte antica come la Pala di Giovanni Bellini, il palazzo dell‘Economia Corporativa troppo spesso liquidato come architettura di regime senza comprenderne il valore, la “Sfera grande” di Arnaldo Pomodoro che tutti a Pesaro chiamano la Palla.

Un racconto, se vogliamo, didascalico che ha il carattere del documentario amatoriale, del viaggio dal finestrino di un treno e anche del sogno, ha il carattere di un invito alla sosta. Si configura stimolo all’approfondimento quando, come ribadisce Cecilia Casadei, viviamo una città, attraversiamo le sue piazze, andiamo a sfiorare l’acqua delle fontane, conosciamo i nomi delle strade, quelli dei negozi, ma non sempre ci fermiamo ad osservare e, forse, sappiamo così poco di tutto quello che abitiamo. In apertura un brano letto da Stefania Ciaffoncini dall’opera di Stendhal “Roma Napoli Firenze” che restituisce la narrazione della sindrome di Stendhal, quella sorta di smarrimento, di estasi vissuta di fronte alla meraviglia di una opera d’arte.

Una lettura che Stefania Ciaffoncini ha concluso con una personale esortazione ad osservare le testimonianze della storia, a vivere le opere e le architetture di una città che trasmettono emozioni, quando conoscere significa amarle. A Massimo Baronciani il compito di dare inizio alla serata e sottolineare che non dobbiamo rifugiarci nel trito e ritrito studiare il passato per capire il presente, bensì guardare al passato e alla sua cultura per non smarrirci nel presente, pur con le inevitabili trasformazioni. La nostra genetica storica non funga da freno conservatore ma dia impulso, per vivere consapevolmente il presente. E ancora, Massimo Baronciani, in dialogo con la carrellata narrativa di Cecilia Casadei, legge di volta in volta una collana di aforismi legati alle opere citate per entrare così in quella dimensione storico, letteraria, culturale che caratterizza la nostra identità. Un progetto per ricordarci che siamo il frutto di coloro che ci hanno preceduto. Infine l’omaggio ad Elena Mondello, anima della sezione CulturaIdentità di Pesaro, strenua sostenitrice ultranovantenne, che sta sfidando se stessa per continuare a tenere alti i valori della associazione nel nome del fondatore Edoardo Sylos Labini.

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