Carcere duro per i teppisti che imbrattano i monumenti

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Così a caldo stavolta non sembrano gli eco vandali di Ultima Generazione, ma con ogni probabilità hanno dato il cattivo esempio, complici quegli amministratori che fanno solo la voce grossa e in alcuni casi nemmeno quella. Questa mattina i milanesi hanno visto un enorme scarabocchio verde e nero sulla facciata della Galleria Vittorio Emanuele II: cosa ci sia scritto non si capisce ma basterà al radical chic di turno per dichiarare il vandalismo un’opera d’arte, mica lavora lui. Pare che i teppisti autori dello scempio abbiano agito nella tarda serata di ieri intorno alle 2230 e siano arrivati alla facciata della galleria passando tranquillamente per un locale pubblico e altrettanto tranquillamente abbiano perpetrato il vandalismo, nonostante le grida dei pochi cittadini presenti a quell’ora, per poi dileguarsi fra i tetti. Secondo la Questura l’imbrattamento del frontone non è di matrice politica e al momento le indagini sono in carico alla Polizia Locale: sia come sia, noi auspichiamo che questi teppisti vengano presto individuati dalle Forze dell’Ordine e che si prendano una lezione esemplare. E’ infatti ora di finirla, i beni culturali sono in balìa di cretini che si vantano delle loro azioni (il video è sui social) e in un paese come l’Italia, che è un museo a cielo aperto, urge prendere provvedimenti severi per contrastare queste azioni vergognose: non v’è scusante, non v’è sociologia che tenga, non basta la multa, ci vuole il carcere duro per chi imbratta i monumenti nazionali, altro che l’ammuina del Sindaco Beppe Sala che non ha costituito il Comune parte civile per il restauro della statua equestre imbrattata mesi fa, questa sì, dagli eco vandali di Ultima Generazione: cretini come i teppisti di ieri sera.

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