Il travaglio dello sciacallo

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E’ inutile. E’ più forte di lui. E’ il Covid19 della stampa italiana . Nel senso che non ci sono contromisure sufficienti a contenerlo nel suo effetto di sciacallaggio giornalistico condotto con l’intento di produrre effetti pandemici mediatici nei confronti di chi, nell’ultimo caso Guido Bertolaso, mostra un inspiegabile senso di civiltà e sacrificio a favore di un paese di cui ha avuto la pazienza di attendere in silenzio la piena assoluzione. Molti lo avranno capito. Sto parlando di Marco Travaglio che, come ha scritto Il Riformista, è stato capace di calpestare, non solo Bertolaso, ma anche migliaia di malati. E’ noto infatti che Guido Bertolaso sia ricoverato presso l’Ospedale San Raffaele di Milano, colto da stato febbrile mentre era impegnato nella realizzazione di quello che il direttore de Il Fatto Quotidiano ha definito un “ospedaletto da 300” posti. L’accusa infamante nei confronti di Bertolaso è quella di essersi scomodato dall’Africa, non per realizzare posti letto, ma per occuparne uno. Mi immagino la faccia, anzi il ghigno, di Travaglio mentre elaborava questa sua ultima infelice intuizione. E poi il suo sorriso successivo a fronte di ciò che sarebbe diventato utile a far parlare di sé, ma anche ad attrarre sempre nuovi cinici del “speriamo che muoia”. Un metodo tanto di moda in passato, per esempio nei confronti di Silvio Berlusconi, che di Bertolaso e della sua rinnovata azione, non a caso è un ancora una volta il primo sostenitore, non solo a parole. Ma Travaglio non offende solo l’azione generosa di Bertolaso e Berlusconi, ma tutti i malati, presenti e futuri, che sono e potrebbero essere sospesi tra la vita e la morte a ogni soffio meccanico che ne riempie di ossigeno i polmoni. E’ per questo che, dopo averlo letto, prima il sangue mi è andato alla testa, poi calmatomi ho pensato che considerandolo avrei fatto il suo gioco. Ma alla fine ho pensato di invitarlo a riflettere che in uno di quei trecento posti dell’ospedaletto potrebbe finirci anche lui.