“I posteri sono esigenti soprattutto per la loro ipocrisia”. Una ipocrisia che, come scriveva Pol Vandromme, li porta a misurare gli artisti con la lente del moralismo, alla miopia che guarda il passato, o peggio l’arte, con gli occhi del presente. Tralasciando la grande letteratura per motivi politici, non curandosi dello stile, dell’opera. Anche se troppe volte si è perdonata la cattiva scrittura in nome della cattiva politica. Di queste miopie non era però affetto Vandromme, critico belga e cosmopolita, che ha dedicato la sua attività alla diffusione di autori sconvenienti, la cui grande opera non poteva essere eclissata da moralismi. Tra questi Louis Ferdinand Celine, raccontato in uno splendido omonimo saggio edito ITALIA STORICA, curato da Andrea Lombardi. Un saggio necessario per c...