Task force anti fake news: prove tecniche di regime del Governo PD-5Stelle

0

“E’ stata istituita l’Unità di monitoraggio per il contrasto della diffusione di fake news relative al COVID-19 sul web e sui social network”. Lo annuncia Matteo Salvini, ministro dell’Interno. Censura! Gomblotto! Facciamo un presidio democratico degli organi d’informazione! Fascista!

E invece no: il virgolettato qui sopra è di Andrea Martella, PD, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha firmato il decreto che istituisce presso la presidenza del Consiglio dei Ministri una task force anti fake news, che d’ora in avanti analizzerà le modalità e le fonti che generano e diffondono presunte fake news, con il coinvolgimento dei cittadini e degli utenti per individuare e colpire il nemico e sensibilizzare la pubblico opinione attraverso campagne di comunicazione.

E’ la censura preventiva, è l’invito alla delazione, è l’intervento sull’informazione con la volontà di stabilire cosa sia vero e cosa no. Chi lo decide? Loro: il già citato Andrea Martella e poi Riccardo Luna, editorialista di Repubblica, Francesco Piccinini, direttore di Fanpage e David Puente, debunker di Open, più altri giornalisti e blogger, in stretta collaborazione con l’agenzia di stampa Agcom, il Ministero della Salute e la Protezione Civile, per contrastare la “disinformazione che indebolisce lo sforzo di contenimento del contagio”.

Il rischio? Una stanza dei bottoni orwelliana, con l’occhio e l’orecchio del Grande Fratello che legge quel che scrivi e se non gli va bene ti mette la mordacchia. E’ un cane che si morde la coda: se il controllo delle notizie, il “fact checking“, lo fanno loro, chi controlla il controllore? Su che basi un’informazione verrà giudicata vera o falsa, giusta o sbagliata? In base a quale autorità questo ristretto gruppo deciderà chi far parlare e chi no?

Controllare le fonti è l’abc di qualsiasi ruolo informativo, ma perché non è stato istituito un gruppo di controllo trasversale? E’ gravissimo che il Governo controlli l’informazione col pretesto di filtrare le fake news in contesti emergenziali: anzi, è proprio in questi contesti che occorrerebbe, se proprio si sentisse l’urgenza di contrastare le fake news, costruire un gruppo aperto a diverse sensibilità politiche, Il rischio è che in questo modo venga messo il bavaglio a quelle fonti che non appartengono al gruppo politico di cui è composta l’unità di monitoraggio anti fake news COVID 19.

Dice l’articolo 21 della Costituzione: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. La stampa e, aggiungiamo noi, i nuovi mezzi di comunicazione come i social, i blog e le riviste online: non saranno tutti giornalisti e non si chiede loro di esserlo, ma le stupidaggini, quando ci sono, vengono già monitorate e denunciate dagli operatori di settore. Ben venga allora una task force anti fake news, ma che sia veramente trasversale e comprenda tutte le sensibilità culturali, anche se, fino a prova contraria, il caos e la disinformazione hanno regnato soprattutto nelle stanze del potere e sui media mainstream. Lo sguardo sulla corretta informazione va posto altrove. Come scrive Davide Di Stefano su Il Primato Nazionale, “si scrive contrasto alle fake news, si legge censura“.

Così il deputato FDI Federico Mollicone, capogruppo in commissione Cultura e primo firmatario dell’unica proposta di legge presentata dall’opposizione sulla commissione d’inchiesta sulle fake news, in risposta ad un post di Enrico Mentana:

Così il deputato FDI Federico Mollicone, capogruppo in commissione Cultura e primo firmatario dell'unica proposta di legge presentata dall'opposizione sulla commissione d'inchiesta sulle fake news, in risposta ad un post di Enrico Mentana: “Al direttore Mentana diciamo che vanno sicuramente messi in campo strumenti per il contrasto alla disinformazione in rete, così da evitare sopratutto ricadute sulla salute umana e l’economia nazionale. Non vorremmo, però, che la task force sulle fake news proposta dal sottosegretario Martella, così come le regole delle piattaforme online per reprimere la diffusione di notizie false sul coronavirus, divengano uno strumento di censura politica. La composizione degli esperti, abbiamo notato, oltre a non essere legittimata da nessuno, ha un baricentro politicamente orientato. Il parlamento, prima della chiusura a causa dell'emergenza sanitaria, era intento a legiferare sulla costituzione di una commissione d'inchiesta sulla disinformazione online, in cui Fratelli d’Italia propone, con una propria proposta di legge di cui sono primo firmatario, l'adeguamento delle normative delle piattaforme digitali alle norme costituzionali in materia di libertà d'espressione e di libertà di stampa al fine di evitare forme patologiche di censura preventiva, come avvenuto in alcuni casi anche con account giornalistici. Le democrazie hanno bisogno di garantire il pluralismo dell’informazione e la libertà d'espressione, che oggi trovano cittadinanza solo sui social e sul web. Infine, vorremmo far notare al direttore che il servizio del 16 novembre 2015 di TgR Leonardo è tratto da una pubblicazione scientifica autorevole, che i colleghi Rai forniscono un lavoro puntuale di informazione quanto il suo e che la sperimentazione su animali dei coronavirus è stata, comunque, confermata. Nessuno ne collega lo sviluppo in maniera diretta al Covid-19, come ho riportato anche in un'interrogazione da me presentata. È un dato di fatto che, già dal 2015, fossero in corso studi e analisi dei coronavirus sugli animali.
Sono sicuro che subirò un attacco dal suo quotidiano. Nella mia azione parlamentare, però, continuerò a sostenere il comparto dell’editoria, compresa quella online come  il suo giornale che merita il massimo rispetto e la massima tutela, proprio in nome del pluralismo e della buona informazione.”

“Al direttore Mentana diciamo che vanno sicuramente messi in campo strumenti per il contrasto alla disinformazione in rete, così da evitare sopratutto ricadute sulla salute umana e l’economia nazionale. Non vorremmo, però, che la task force sulle fake news proposta dal sottosegretario Martella, così come le regole delle piattaforme online per reprimere la diffusione di notizie false sul coronavirus, divengano uno strumento di censura politica. La composizione degli esperti, abbiamo notato, oltre a non essere legittimata da nessuno, ha un baricentro politicamente orientato. Il parlamento, prima della chiusura a causa dell’emergenza sanitaria, era intento a legiferare sulla costituzione di una commissione d’inchiesta sulla disinformazione online, in cui Fratelli d’Italia propone, con una propria proposta di legge di cui sono primo firmatario, l’adeguamento delle normative delle piattaforme digitali alle norme costituzionali in materia di libertà d’espressione e di libertà di stampa al fine di evitare forme patologiche di censura preventiva, come avvenuto in alcuni casi anche con account giornalistici. Le democrazie hanno bisogno di garantire il pluralismo dell’informazione e la libertà d’espressione, che oggi trovano cittadinanza solo sui social e sul web. Infine, vorremmo far notare al direttore che il servizio del 16 novembre 2015 di TgR Leonardo è tratto da una pubblicazione scientifica autorevole, che i colleghi Rai forniscono un lavoro puntuale di informazione quanto il suo e che la sperimentazione su animali dei coronavirus è stata, comunque, confermata. Nessuno ne collega lo sviluppo in maniera diretta al Covid-19, come ho riportato anche in un’interrogazione da me presentata. È un dato di fatto che, già dal 2015, fossero in corso studi e analisi dei coronavirus sugli animali. Sono sicuro che subirò un attacco dal suo quotidiano. Nella mia azione parlamentare, però, continuerò a sostenere il comparto dell’editoria, compresa quella online come il suo giornale che merita il massimo rispetto e la massima tutela, proprio in nome del pluralismo e della buona informazione.”